martedì 6 luglio 2010

Trilogia berlusconiana - Parte Prima



Oyajirome, del manoscritto Bakemono Zukushi, del periodo Edo (XVIII-XIX secolo), artista ignoto

In genere non mi piace parlar male dei miei simili, anche quando non posso dirmi soddisfatto di questa somiglianza. È il caso di Silvio Berlusconi. Voglio ammettere anche un certo grado di buona fede che andrebbe comunque detratta dal suo intuito politico, per altri versi notevole. Ritengo sia stato una iattura per l’Italia, come a suo tempo Benito Mussolini, e non tanto per quello che ha fatto, ma per come ha pensato e tuttora pensa. Se il suo stolto modo di pensare fosse rimasto solo suo, niente da dire: ognuno pensa come gli pare. Ma, proprio grazie al suo rozzo intuito politico –e alla sua truffaldina abilità di convincere gli ingenui e di associarsi ai potenti– gli è riuscito di conquistare lui stesso un potere senza precedenti. Gli va anche riconosciuta l’intelligenza di aver saputo investire questo potere nello strumento più idoneo ad accrescerlo, lo strumento mediatico.

Leggere di più ...Ma qui finisce l’elenco dei suoi ‘meriti’ e si apre l’elenco dei danni che lui e il suo governo hanno causato all’Italia tutta e singolarmente ai suoi abitanti. Non sono in grado di esibire questo elenco per mancanza di una credibile competenza politico-economica. Del resto altri lo stanno facendo da anni, con risultati che in qualsiasi altro Paese sarebbero stati determinanti per mandare a casa lui e il suo governo. Anche fatti ovunque considerati inammissibili, come il conflitto di interessi o le leggi ad personam, sono stati acquisiti con una scrollatina di spalle o addirittura come segno di una superiore capacità politica, mentre perfino l’Unione Europea, forse per non mettere in difficoltà la propria coesione interna, faceva finta di niente.

Tutto questo, come è stato possibile?

Proprio grazie al maggiore e più devastante dei guasti operati dal signor Berlusconi a cominciare dal suo primo apparire sul panorama internazionale: il ben pianificato, costante inquinamento dei cervelli di ogni classe sociale, di ogni settore lavorativo, di ogni orientamento politico. Sì, anche dell’opposizione, trascinata suo malgrado su un terreno, quello capitalistico-mercantile, che non le è certo congeniale e la trova in minoranza non solo a casa nostra.

Ancora una volta tocca riconoscere al ‘nostro’ –come a suo tempo all’altro ‘nostro’–, l’intuito di aver colto la tendenza politica del momento e di essersene fatto interprete a tutto campo. Le sue ricchezze, impiegate in un settore riconosciuto come d’avanguardia e ottenute sempre ai limiti della legge, hanno fatto di lui un modello, se non da imitare –ché forse non ovunque sarebbe stato possibile– certo da guardare con curiosità mista ad interesse (comunque sarà lui a rischiare ...). Per un popolo come il nostro, abituato per cultura a farsi gioco delle leggi e a considerare la furberia politica un’indispensabile qualità di un uomo di potere, Berlusconi non poteva che esercitare un fascino irresistibile ... per il piccolo borghese che grazie a lui si sentiva un po’ meno piccolo, per l’arrivista che toccava con mano come si fa ad arrivare, per l’intellettuale che stava revisionando il suo ruolo sociale, infine anche per l’operaio cui il capitale e la tecnologia stavano sottraendo rappresentatività politica. Era lui, per molti, l’uomo nuovo, cui sacrificare anche un’importante fetta di democrazia, tanto più che, a sentirlo, ne era lui il forte difensore contro il dilagante livellamento comunista. Sembrava che, con la caduta del regime comunista ci fossimo liberati anche del suo fantasma, mentre, per merito dell’uomo di Arcore, Stalin era ancora tra noi, pericolo incombente se non avessimo avuto il nostro imbattibile protettore.

Ripeto: come è stato possibile che un simile mucchio di fandonie attecchisse nella civilissima Europa, madre di tutte le culture superiori (a suo dire) e per di più in Italia, che ne è stato il centro diffusore ...

Forse sarebbe bene che anche noi non aggiungessimo fandonie a fandonie. Se ci troviamo nell’attuale situazione di crisi forse irreversibile, è proprio per insufficienza culturale: siamo incapaci di uscire dalla nostra presunzione di primi della classe, giustamente inorgogliti da ciò che alcuni di noi hanno saputo dare al mondo, ma incapaci a vedere che cosa hanno dato gli altri e soprattutto incapaci di vedere il mondo stesso che mostra di non volerci sopportare più a lungo: noi che, convinti di poterlo capire fino in fondo, mostriamo ad ogni passo quanto poco lo conosciamo.

E quanto poco conosciamo la nostra stessa natura umana, illusi che scienza e cultura possano salvarci quando, se qualcosa potrà farlo, sarà solo la relativizzazione metaculturale di noi e di tutte le nostre culture.

Siamo in molti, oggi, a pensare così.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

PRIMO COMMENTO DI MO

L'80 % del mondo umano, intendo i paesi dell'america latina, o quelli africani, certe zone dell'est del pianeta, ecc., non conosce il 'benessere'. Noi facciamo parte del restante 20% , per il quale il buon vivere è fortemente radicato e sviluppato da un economia aggressiva. La ricchezza - non dico 'qualità' - del nostro vivere ( esci di casa, trovi tutto), si esprime al meglio nel centro commerciale ( di Berlusconi) strapieno di roba e affollatissimo, o con esagerati schermi televisivi casalinghi ( di Berlusconi),ecc.ecc...( di Berlusconi): un benessere 'materiale' che però non corrisponde alla reale situazione del paese, dove parecchie persone non riescono ad aquistare la prima casa ( di Berlusconi), non hanno ancora un lavoro ( di, a, da, in, con, su, per, tra, fra Berlusconi!) garantito o decente( essere pagata 15 centesimi per ogni telefonata raccolta in un call-centre lo chiamate un 'lavoro'? ), o sono precari,o non possono permettersi manco l'affitto della casa...( di Berlusconi).Cosa garantisce dunque il nostro paese a tutti i suoi cittadini? Che quando entreranno in un centro commerciale potranno scegliere fra centinaia di prodotti ( di B.) dello stesso tipo: quanti tipi di tortellini ( di B.)ci sono e a che cosa ci serve averne decine di tipi diversi? ecco, berlusc. garantisce proprio i vostri tortellini!!! (non li compro, per principio... )
Personaggi come questo, secondo me, emergono nella società quando la situazione che ho rozzamente descritto sopra, raggiunge un grado di 'sofisticazione' alto
( benessere materiale per tutti ), ma un livello di sicurezza basso ( irraggiungibilità dei beni primari per molti).
( fine primo commento)

Rigobaldo ha detto...

Gentile Mo,

da quanto interpreto, il quadro da Lei descritto è comune a tutto il tardocapitalismo consumoproduttivista, dove si identifica la 'cittadinanza' con la 'consumanza'. Ci potrebbe spiegare quali siano secondo Lei i tratti caratteristici del berlusconismo, su questo sfondo generale?

Cordialità,

Anonimo ha detto...

LA CONCENTRAZIONE DEL POTERE POLITICO (+ ECONOMICO?)E MEDIATICO/CATODICO, NELLE MANI DI UNA SOLA PERSONA, mentre la massa, neuronalmente intorpidita e sfiaccata,stancamente, sceglie il prossimo pacco di tortellini per avvelenarsi a cena... (scusate l'ottimismo!)
saluti
mo