sabato 25 ottobre 2008

Influenze? Ma quali influenze?



Parlavamo in questi giorni delle influenze culturali -ricche, indubbiamente, anche se quasi mai esplicitate- nel pensiero e nell'opera di Boris Porena. E questa mattina abbiamo chiacchierato specificatamente su questo argomento (attenti lettori, la registrazione verrà pubblicata presto). Nel frattempo, onde evitare colassi dovuti alla disattesa curiosità, citiamo un sunto al volo.

Anzitutto, le scienze naturali. Dal punto di vista dell'entomologia, la figura de Jean-Henri Fabre. Da quello dell'etologia, la personalità di Konrad Zacharias Lorenz.

Possiamo parlare anche di influenze negative. La partecipazione come spettatore al Congresso Internazionale di Filosofia tenutosi a Roma nel 1950, ad esempio, induce la ferma decisione di .... non occuparsi mai, dico mai, di filosofia ...

Tra le scienze, la Fisica. Dopo aver frequentato il corso di Laurea -patendo le connesse difficoltà matematiche- ritornerà l'interesse sia per la Fisica (Roger Penrose) che per la Filosofia della Scienza (Paul Karl Feyerabend).

Influenza principalissima, che rasenta l'amore: Paul Thomas Mann. A cominciare dal Doktor Faustus, sarà l'argomento di una tesi di laurea su "Thomas Mann e la musica".

Ritorno alla filosofia, per mano dei filosofi francesi del XX secolo. Paul Michel Foucault, Henri Atlan, Edgar Morin ... E due riviste accademiche seguite regolarmente durante anni, "Communication" e "Musique en jeu".

Naturalmente per uno interessato ferocemente alla pedagogia, Jean Piaget.

Da citare anche studi e letture di logica, linguistica, semiotica (ad esempio Umberto Eco, col suo Trattato di Semiotica Generale, coevo di Musica-Società).

Secondo grande amore: Ludwig Josef Johann Wittgenstein, sia per quanto riguarda il Tractatus, che per le Ricerche Filosofiche, evocate nel titolo delle Symphonische Untersuchungen (Sinfonia nº 2), del 1994 (CBP-Va:3 nel catalogo di Patrizia Conti), dedicata alla memoria de LJJW.

Ci fermiamo qua con una citazione dello stesso LJJW (prefazione del Tractatus, 1921), probabilmente copiata da Porena, e che comunque riflette un approccio abbastanza simile a quel curioso animaletto detto 'citazione accademica':

"Non voglio giudicare in quale misura i miei sforzi coincidano con quelli di altri filosofi. Difatti, ciò che ho scritto qui non pretende alla novità; e perciò non cito nessuna fonte, poiché mi è indifferente se ciò che ho pensato sia stato pensato da qualcun altro prima di me".

"Wieweit meine Bestrebungen mit denen anderer Philosophen zusammenfallen, will ich nicht beurteilen. Ja, was ich hier geschrieben habe, macht im Einzelnen überhaupt nicht den Anspruch auf Neuheit; und darum gebe ich auch keine Quellen an, weil es mir gleichgültig ist, ob das was ich gedacht habe, vor mir schon ein anderer gedacht hat".
Era per questo che si citavano poche fonti! Essere metaculturale non significa essere controculturale ... significa preoccuparsi anche di altro!

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