[In XX.3 ho espresso la speranza che il
titolo di questo scritto fosse ormai definitivo. Ecco invece una nuova
formulazione, per cui esprimo la medesima speranza:
Ponti,
scambi, incroci, snodi
Metafore ferroviarie per un libro che non scriverò mai]
Metafore ferroviarie per un libro che non scriverò mai]
– – – – –
[Dialogante 2] Siamo troppi!
[Dialogante 1] Forse non in
assoluto, ma per come siamo distribuiti e organizzati.
[Dialogante 2] Troppi
quelli che vivono al limite della sussistenza.Che muoiono –molti ancora
bambini– di fame, di sete, di malattia, di guerra, di incuria, di
emarginazione.
[Dialogante 1] Troppi noi
che viviamo di un welfare immeritato…
[Dialogante 2] … e troppi
quelli che vivono nella sovrabbondanza, nella ricchezza smisurata, in un
eccesso che la maggioranza degli umani neanche riesce a comprendere.
[Dialogante 1] Eppure anche
costoro fanno due braccia e due gambe, un cuore e una mente come tutti, e non c’è
nessuna prova che sappiano pensare o amare meglio degli altri.
[Dialogante 2] Comunque si
voglia intendere la giustizia, una situazione del genere non è giustificabile
da nessun punto di vista…
[Dialogante 1] … a meno che
non si voglia abolire del tutto quel concetto, il che ci porterebbe in tempi
brevissimi all’autodistruzione…
[Dialogante 2] … mentre con
la giustizia oggi vigente a livello planetario i tempi che ci separano dall’autodistruzione
sono solamente brevi, dell’ordine di poche decine, tutt’al più centinaia di
anni.
[Dialogante 1] Se poi
volessimo dar retta a ciò che ci dicono le religioni, in particolare la nostra,
credo ci converrebbe cominciare da subito far le valige per Marte.
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