[Dialogante 2] Se la logica
binaria fosse un prodotto umano, non potrebbe distruggersi per forza propria,
senza il consumo di chi l’ha fatta. Orbene la logica proprio questo fa: si
autoelimina quando abbiamo ancora bisogno di lei. Segno che è un prodotto divino.
[Dialogante 1] Non
basterebbe definirlo ‘alieno’?
[Dialogante 2] Non credo,
perché i principi su cui si basa la logica non sono in alcun modo contingenti e
abbiamo tutte le ragioni per ritornarli ‘universali’.
[Dialogante 1] Ho capito:
mi stai prendendo in giro.
[Dialogante 2] Il cielo me
ne scampi. Sto semplicemente provocando me stesso, il mio debole cervello,
perché mi liberi del tutto dalla schiavitù del divino.
[Dialogante 1] E non ti
bastano il pensiero e IMC?
[Dialogante 2] No perché
IMC non è che una forma di pensiero, quindi non resta che quest’ultimo a
lottare con il divino, come già Giacobbe con l’Angelo e sappiamo che ne uscì
con le ossa rotte.
[Dialogante 1] Diventi
addirittura biblico… se non fosse che ti trovo patetico.
[Dialogante 2] Sto
combattendo, da mercenario, una battaglia di ritirata.
[Dialogante 1] Per avere
una benché minima probabilità di successo dovresti provvederti di armi
migliori.
[Dialogante 2] Cioè più
forti di IMC?
[Dialogante 1] Ma IMC non
esclude nulla, neppure il divino!
[Dialogante 2] E qui sta la
sua forza. Nel momento che IMC comprende[1]
il divino, lo supera. Ho l’impressione di aver vinto la battaglia.
[Dialogante 1] Quindi l’hai
persa…
[Dialoganti 1 e 2, a due] … perché nel
nostro gioco
(piano in eco) dell’oco
vince chi perde,
perde chi vince.
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