mercoledì 16 luglio 2014

Tratta XVI.2 – Questa logica doveva essere ben fragile...



Un fiore che esplode del fotografo Martin Klimas

[Dialogante 2]  Si diceva dell’autoreferenza. È un punto dove la semiotica sconfina nella metafisica: l’Io di ‘Io sto mentendo’ non è infatti solo un pronome personale ma un effettivo soggetto che si autoelimina con le stesse parole che sta pronunciando. Quell’Io è impossibile, meglio: indecidibile, cioè può essere e nel contempo non essere; quindi l’Io che dice “sto mentendo” è certamente un altro.
[Dialogante 1]  Tu ci giochi con l’autoreferenza, ma Gödel l’ha presa terribilmente sul serio fino a mettere in crisi tutta la logica classica da Aristotele a Hilbert.
[Dialogante 2]  Se ne deduce che questa logica doveva essere ben fragile se è bastata una parola (al limite: ‘mento’) per farla precipitare su se stessa.
[Dialogante 1]  Non condivido la deduzione: perché ciò accadesse c’è voluto tutto il carico di millenni di studi logici. L’odierna crisi della logica classica non si deve a una frase o parola, ma all’interpretazione che le si è data entro quella logica.

Nessun commento: