544
Ho già trattato varie
volte questo argomento e mi trovo a ripetere il già detto, sempre in forma
propedeutica. Qualcuno si domanderà: ma quando usciremo da questa fase
propedeutica e entreremo nel vivo della trattazione?
La cosa non dipende
certo da me, in quanto il ‘vivo’ ritengo che sia composto di fatti e non più
solo di parole. E i fatti richiedono competenza e poteri che non possono essere
di una singola persona o di un piccolo gruppo, ma coinvolgono l’intera società
planetaria, che attualmente neppure lo è, ma dovrà diventarlo se vuole
sopravvivere. Vediamo, ormai da parecchio tempo, che non esistono più fenomeni
isolati che non si ripercuotano su una totalità maggiore di quella
rappresentata dal solo genere umano. È stato probabilmente sempre così, e anche
di questo molti –intere culture– si sono accorti, senza tuttavia riuscire a
superare la fase propedeutica in cui ci troviamo ancora impigliati.
Non penso che il
contributo, irrisoriamente piccolo, di questi postini possa farci superare tale
fase, anche perché –ripeto– riflessioni e parole non bastano e le azioni che ne
conseguirebbero inciderebbero su tutto il nostro modo di vivere e di pensare,
rendendo estremamente improbabile una generale accettazione. E di questa
abbiamo bisogno per sopravvivere alla nostra stessa presenza.
Può darsi che, come
altre volte è accaduto nella storia di questo minuscolo pianeta, la tenacia
della vita ci aiuti a restarci, ma a costo di un cambiamento che potrebbe
renderci irriconoscibili a noi stessi, se non nell’aspetto –anche questo non è
da escludere del tutto– certo nel comportamento, nelle relazioni
interpersonali, nel modello o nei modelli culturali su cui regoleremo la nostra
futura esistenza di sopravviventi a un’era di violenza e di sopraffazione.
Nessun commento:
Posta un commento