domenica 28 febbraio 2016

Tratta XXXVI.1 – … guidati dalla ‘volontà di potenza’,



[Dialogante 2]   L’altra volta hai fatto un’affermazione, dandola pure per ovvia, che la verità non può che essere monopolio dell’alleanza tra morale, politica e religione. Lì per lì non ci ho riflettuto, poi però, ripensandoci, l’ho trovata perlomeno singolare. La verità, come in genere viene intesa, ha a che fare con la conoscenza o meglio col rapporto tra realtà e conoscenza; può essere menzogna, utopia, approssimazione; assoluta, relativa, inconoscibile; non avevo mai pensato a lei come funzione di tre variabili tra loro collegate…
[Dialogante 1]   … o piuttosto di una sola grandezza espressa da tre parametri.
[Dialogante 2]   E quale sarebbe questa grandezza?
[Dialogante 1]   Quella che Nietzsche chiamava volontà di potenza
[Dialogante 2]   … e che sarebbe caratteristica della specie umana…
[Dialogante 1]   … più in particolare del sesso maschile…
[Dialogante 2]   … o meglio della componente maschile di ambo i sessi…
[Dialogante 1]   … una spiegazione banalmente fisiologica.
[Dialogante 2]   Se vuoi, possiamo elevarla culturalmente, cioè darle uno statuto culturale, ma non vedo che cosa ci guadagniamo. Anche i bufali maschi sono guidati dalla ‘volontà di potenza’, chimicamente dal testosterone.
[Dialogante 1]   Semplificazione darwinistica, o, se preferisci, darwinismo semplificato.
[Dialogante 2]   Naturalmente hai ragione, ma la mente umana non si ferma a questa prima costatazione…
[Dialogante 1]   … mentre qualche volta farebbe bene a fermarsi – …
[Dialogante 2]   … e la riveste culturalmente di ideologia.
[Dialogante 1]   Solo così diventa pienamente umana.
[Dialogante 2]   Quindi per te l’umanità non è nient’altro che una sottile pellicola ideologica applicata a una banale realtà chimico-fisica.
[Dialogante 1]   Gli aggettivi ‘sottile’ e ‘banale’ sono un’aggiunta tua, non autorizzata.



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