[Dialogante 2] … con una forte dose di ipocrisia.
[Dialogante 1] Al tempo di Berlinguer (Enrico) poteva avere
le sue ragioni, attualmente di ragioni non ne vedo. Per due motivi:
1) L’inquinamento
prodotto dal capitalismo – sia privato che di stato – non risparmia più nessuno,
se mai l’ha fatto.
2) Il concetto
stesso di ‘morale’ è moralmente dubbio.
[Dialogante 2] Una politica che a sua difesa assuma la
morale non può che essere fallimentare.
[Dialogante 1] Non lo è più se fa sì che la morale assuma a
sua difesa una religione…
[Dialogante 2] … e, poiché le religioni sono in salda mano
maschile, anche la morale lo è e di conseguenza lo sono le politiche che si
trincerano dietro una morale in veste di religione.
[Dialogante 1] Secondo me è piuttosto il contrario: che la politica,
dominata dall’aggressività maschile, ha reso maschilista le religioni, che non
necessariamente lo sono.
[Dialogante 2] Può darsi che tu abbia ragione. Soprattutto
in passato molte religioni facevano capo ad una divinità femminile. Comunque,
come la giri il risultato non cambia: politica, religione e morale sono dominio
del maschio.
[Dialogante 1] Non più per molto. Il vento sta cambiando.
Purché non cambi anche la donna. Il potere maschilizza. E la specie umana è
abbastanza plastica da sopportare anche la maschilizzazione della donna.
[Dialogante 2] Alcuni sintomi puntano sulla
femminilizzazione dell’uomo.
[Dialogante 1] Si tratta più che altro di sintomi ‘culturali’,
come l’aumento dell’omosessualità tra gli uomini.
[Dialogante 2] Non so se sia in aumento, è certo che nella
nostra cultura non è più un tabù.
[Dialogante 1] È piuttosto una valida difesa contro la
crescita della popolazione, oggi il più grave dei pericoli incombenti, contro
il quale la morale non può nulla.
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