[Anche a non voler entrare nello
specifico grammaticale, non è tuttavia possibile non accennare alla
straordinaria transizione tra i due tempi, sorta di ‘cadenza plagale’ ampliata
che diventerà pressoché stanchevole durante tutto l’Ottocento, ma qui conserva
ancora l’acerbità della ‘prima volta’. Beethoven non si contenta infatti della semplice
successione IV – I, addolcita dall’abbassamento cromatico della terza ed al
sesto grado di passaggio nell’accordo sul quarto grado, ma ricupera a questo la
funzione dominantica introducendo la sensibile
e riinterpretando così un accordo predominantico in una ‘ultima di sensibile’
pienezza dominantica. Chopin, Wagner a i romantici in genere rinunceranno a
questa precisazione dominantica e manterranno alla successione IV – I tutto il
suo sapore plagale.
Straordinariamente ‘inventata’ è anche
la pacificazione di questo turbolento movimento nel passaggio, al basso, da un
disegno prevalentemente scalare a uno accordale (IV – I) che infine rileva
anche nella mano sinistra – con un’aggiunta puramente fonica della terza sulla
tonica – il suo carattere definitivo. Tutto questa ‘coda’ testimonia della
sensibilità – non certo edonistica – di chi ha saputo sostituire il suo udito
fisico con un udito ‘mentale’ forse ancora più sottile dell’altro.]
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