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Le mie argomentazioni hanno
preso una piega ironica, del tutto ingiustificata dalla serietà dell’argomento.
Cambiamo direzione e consideriamo l’opposizione ‘ricchezza-povertà’ in rapporto
al tema della pace che ci occupa in questa sede e che dovrebbe diventare
centrale per la costituenda Casa della
Pace Sabina.
In una società nella quale
l’opposizione è massima, la stabilità delle strutture è minima, a meno che non
sia in vigore un regime di repressione per il quale i ricchi hanno in mano
tutto il potere e ai poveri non ne resta nulla. Ma anche in questo caso la
possibilità di una deflagrazione imprevista non è affatto da escludere come
recenti movimenti di rivolta nel Nord Africa hanno mostrato. In effetti nessuna
opposizione è mai assoluta e anche quando in apparenza lo è, alcuni concetti
sono condivisi, anzi è proprio su questi che si gioca la partita mortale.
Cosicché è piuttosto dall’analogia che nascono i conflitti. Se l’uno vuole la
carne e l’altro il pesce, difficilmente si arriverà alle mani. Ma se tutti e
due vogliamo la stessa cosa, lo scontro diventa assai probabile. Allora, per
evitarlo, è sufficiente diversificare i bisogni, gli obiettivi! Alcuni di
questi, per esempio, l’energia, è per tutti sia bisogno che obiettivo e una sua
diversificazione, per quanto possibile, si scontra con enormi interessi
economici e pertanto non viene neppure tentata.
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