giovedì 4 luglio 2013

19 Postini sulle funzioni di una ‘Casa della Pace’ in Sabina (v)


579
Proviamo a vederla diversamente: tra il ricco e il povero c’è un’evidente asimmetria: ciò che il primo ha in sovrabbondanza, il secondo ne è carente fin sotto la soglia dell’indispensabile. Tale asimmetria inoltre non è un dato di natura come l’elefante che è grande e la pulce, piccola. Ma è frutto dell’azione dell’uomo, che ha sovvertito l’ordine naturale gonfiando la pulce fino a farla diventare un elefante e riducendo quest’ultimo alle dimensioni di una pulce.

Gli uomini sono tutti uguali, dicono gli uni; sono tutti diversi, dicono gli altri, e sappiamo benissimo che hanno ragione ambedue gli schieramenti e che l’opposizione riguarda solo il punto di vista. Quindi anche l’opposizione tra il ricco e il povero è più apparente che reale: l’uno è ricco di beni terreni, l’altro di beni celesti, che riscuoterà un giorno abbastanza vicino se è sufficientemente povero. L’asimmetria di cui si diceva è ciò che salva la nostra diversità, e questa –la diversità– dicono gli studiosi che è essenziale alla sopravvivenza. I poveri, quindi, siano grati ai ricchi che grazie a loro possono vivere in relativa sicurezza e i ricchi dal canto loro hanno ragione di dichiararsi soddisfatti perché, oltre a possedere la ricchezza, sono anche garanzia di sopravvivenza per i poveri. Questo è ciò che logicamente pensa un ricco. Forse un povero non si dirà d’accordo, ma che importa?

Il mondo è dei ricchi.

Nessun commento: