domenica 25 marzo 2012

5a) La famiglia

[358]
Non intendo qui come ‘famiglia’ l’istituto sociale con questo nome, bensì l’ambiente umano che il bambino trova al momento della nascita o che si stabilizza in poco tempo attorno a lui (anche per esempio una famiglia adottiva o, comunque, una comunità formativa).

Analogamente all’imprinting, molto studiato a livello degli animali cosiddetti ‘superiori’, anche per l’uomo vale il criterio che, dal punto di vista psicologico, non genetico, sarebbe bene considerare sua ‘famiglia primaria’ l’ambiente umano di cui si diceva e come ‘famiglia secondaria’ la famiglia primaria dei figli (siano pure adottivi o altro). Sono questi due nuclei che vengono percepiti come ‘famiglia’, anche se non sempre la società li riconosce come tali.

Non avrebbe molto senso prescrivere per questi due nuclei un comportamento standard magari definito per legge, seppure almeno in linea generale esista una buona convergenza, anche tra culture diverse, nei rapporti che regolano la convivenza all’interno dei nuclei. Ciò non vuol dire che non vi siano differenze, anche queste talora assai notevoli, attribuibili ad altre costrizioni sociali come le pratiche religiose o quelle imposte da ideologie politiche o morali. Ma queste differenze vengono in regola attutite se non cancellate dal legame emotivo che costituisce il vero collante della famiglia (quale che sia), in particolare tra gli elementi appartenenti a generazioni diverse. Penso che il legame emotivo dovrebbe sempre precedere quello cosiddetto ‘di sangue’, la cui validità discende da considerazioni ‘di diritto’ –esterne quindi alla sfera emotiva delle persone– se non da criteri patrimonialistici.

Sia come sia, la famiglia è la prima concretizzazione dell’‘ambiente antropico’ che accompagnerà e circonderà l’individuo dalla nascita alla sua morte.

Nessun commento: