martedì 17 agosto 2010

Perchè IMC? (seconda parte)


La risposta è, ancora una volta, ideologicamente semplice, ma di difficile attuazione. Il suo nome è scuola, intesa come progetto educativo in direzione di una società planetaria. Il solo termine di società planetaria genera sospetti e ben a ragione: l'immagine di una società livellata senza più diversità, uguale a Roma come a Tokyo, a New York, Mombasa, ci spaventa, eppure sembra che proprio in questa direzione ci stiamo movendo. Leggere di più ... Il dilagante consumismo, il modello sociale unico offertoci dal mercato mondiale e dalle multinazionali sembrano ammettere il diverso solo in quanto oggetto di sfruttamento economico... E' questa la società planetaria a cui la scuola dovrebbe prepararci, cui la stessa ipotesi qui discussa (IMC) vorrebbe indirizzarci?
Certamente no: se fino a ieri lo spettro da temere è stato il comunismo reale (cioè nella veste datagli dall'Unione Sovietica), oggi lo è l'appiattimento sull'ideologia vincente: quella del modello concorrenziale. La quale, proprio per sopravvivere, ha bisogno anche lei di ideologie, modelli, di UCL (universi culturali locali) alternativi. Ce lo dicono i biologi, i genetisti, gli etologi, gli antropologi: la vita ha bisogno della diversità e dove questa viene meno, anche la vita è in pericolo. Ma se la diversità genera conflitto, e il conflitto la guerra, il pericolo per la vita è ancora maggiore.
Come uscire da questa antinomia, come sperare ancora nella sopravvivenza? Innanzitutto non limitandosi a sperare ma agendo di conseguenza. La pace, oltre alla veste ideologica, ha bisogno di una tecnica che la realizzi. Finora la tecnica si è alimentata soprattutto delle ricerche in campo militare, ha avuto nella guerra il suo principale motore evolutivo; oggi il progresso tecnologico deve mirare alla convivenza pacifica delle diversità, cioè alla loro salvaguardia e composizione. E questo fin dalla scuola dell'infanzia. IMC (ipotesi metaculturale) proprio questo si propone: contribuire ad una tecnica didattico-pedagogica in direzione della sopravvivenza.

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