giovedì 15 gennaio 2009

Premonizioni?


Più di un secolo fa Karl Marx nel suo Das Kapital (Il Capitale) scriveva:

'I proprietari del capitale inciteranno nei lavoratori il bisogno di comprare i loro beni costosi, case e tecnologie, costringendoli a contrarre debiti sempre più alti, fintanto che diventeranno insostenibili. Alla fine i debiti non pagati porteranno alla bancarotta delle banche, che dovranno essere nazionalizzate, e gli stati dovranno allora imboccare la strada che conduce al comunismo'.


Karl Marx ( Das Kapital), 1867

Andrà a finire così?...che ne dite?

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve a tutti dal Signor A.
Io credo che l'anilisi fatta dall'amico Karl sia incredibilmente attuale. Complimenti per il suo spirito d'osservazione e d'analisi.
La risoluzione mi pare un tantino ottimistica cioè quando dice: 'le banche verranno nazionalizzate, e gli stati dovranno allora imboccare la strada che conduce al comunismo'. A mio parere gli stati se ne fotteranno ampiamente...qui in questo testo scorgo una fiducia nello Stato, uno stato con la S maiuscola, uno Stato che ha una coscienza superiore, che ad un certo punto vada oltre gli interessi stessi di chi lo amministra attraverso il potere e i soldi..Ma dov'è questo tipo di stato, che si fa un analisi, che cerca di risolvere concretamente un problema del genere...a mio avviso lo stato andrà avanti così, con 'doni' alle banche finchè anch'esso non sarà fallito...e li chi c'ha magnato fino a quel punto cioè chi ha il capitale e il potere potrà permettersi gli armamenti e i sostentamenti per superare la guerra civile che imperverserà ovunque, conosceremo tutti la guerra e la fame, lo dico con rammarico. Se pur arriveremo al Santo Comunismo ci giungeremo con molta sofferenza, questa riconversione non sarà una passeggiata.Qui bisogna inventarsi qualcosa!
Provocatorio e pessimista, non sarò amato ne dal nostro premier ne dai comunisti...Dico ciò che penso e spero di provocare una bella discussione su questo punto.
Cordiali saluti
Il Signor A.

Anonimo ha detto...

Il brano di Marx ricordato è non soltanto impressionante per il carattere tremendamente attuale della « premonizione » ma deve essere un invito a rivisitare senza a priori e pregiudizi le analisi marxiane del capitalismo per ricavarne con la dovuta ricollocazione storica delle chiavi di lettura dei fenomeni che si stanno svolgendo sotto i nostri occhi. Un interessante articolo (pubblicato su “Le Monde diplomatique”, del mese di dicembre 2008 e sicuramente tradotto da “Il Manifesto”) di Lucien Sève (filosofo e autore di uno studio Penser avec Marx aujourd’hui, Paris, La Découverte, 2008: il vol. 2, appena pubblicato, s’intitola: L’Homme?), affronta appunto la questione del fallimento del pensiero liberale e dell’economia di mercato, e quindi la necessità di rovesciare il capitalismo (non riformabile): ora lui vede nel pensiero di Marx l’anticipazione di una vera e propria “rivoluzione antropologica”, senza la quale qualsiasi sbandierata “moralizzazione” dell’economia e ricorso alla Stato sarebbero soltanto una pericolosa illusione o una truffa politica. Si tratterebbe invece di instaurare nuove forme e modalità di organizzazione sociale. Anche contro quelle sofisticate interpretazioni odierne che considerano obsolete le nozioni di lotta di classe, di proletariato, di alienazione: quando invece non c'è più alienato di un attuale precario... Forse è ripartendo dai fondamenti che la Rivoluzione si può fare aprendo la via ad un comunismo autentico.
Claude

Anonimo ha detto...

Se un domani la situazione dovesse precipitare realmente, allora il capitale si troverà a dover organizzare una nuova guerra, e seria possibilmente.
Presumibilmente definitiva.
L'eventualità di una guerra civile, è già, temo, ottimistica: e se fosse troppo avanzato lo stato di rimbecillimento? Qualora avvenisse, l'entità dello scontro sarà da misurarsi proprio ed esclusivamente sullo sviluppo della coscienza di classe (che attualmente sembra scomparsa [la lotta, invece, volenti o nolenti, prosegue, acuita dalle contrattazioni individualistiche della precarietà]): voglio dire, chi potrà difendere i capitalisti non appena ci si avvede che è quella l'origine della crisi?
La borghesia non avrà esercito: questo l'auspicio di Marx.
Semplicistico? Chissà, il punto è che non ci siamo ancora arrivati. Quando sarà, la diserzione sarà un gesto di eroismo.
Nel ciclo della guerra e pace - produzione/distruzione, dovremo domani rifiutarci di combattere.
Solo che oggi non la smettiamo di consumare.
Come non serve ribadire il consumo (così come l'inquinamento) è un effetto collaterale della vita, pertanto in sè ineliminabile: diventa problematico solo a partire da un ragionamento quantitativo: ma per questo non serve tornare sopra il dibattito sulla sostenibilità. (Peccato che tale dibattito sia ignorato quasi sempre, quasi ovunque.)
Dal punto di vista qualitativo rifletterei sul fatto che il consumo, oggi, non è tanto un'esigenza del dopolavoro, quanto il lavoro stesso: l'atteggiamento diffuso del lavoratore è quello passivo, del contemplatore. Poco diverso che si contempli un robot in fabbrica, una serie di cifre su un computer, o la città dal finestrino di un bus. Basta prendere un libro di geografia per le scuole medie per scoprire che in Europa 2/3 della popolazione sono impiegati nel settore terziario: quanti di questi sono inutili?
Come conciliare l'esigenza di lavorare per vivere (ma si vive non per altro che per lavorare!) con l'esigenza di abolire il lavoro? All'interno dell'ottica borghese, non è possibile. Tutto cambia non appena il lavoro perde il suo carattere salariale (strumento di sopravvivenza) per trasformarsi in attività (mezzo di vita).
Direi che è tutto qui.
La crisi che verrà è attesa da tempo.
Chiudo con una citazione: "Quel che non sarà necessario distruggere, tornerà utile".

Ha piovuto. Sono a casa. Buonanotte.

Boris Porena ha detto...

Dice Soldin:

“Tutto cambia non appena il lavoro perde il suo carattere salariale (strumento di sopravvivenza) per trasformarsi in attività (mezzo di vita). Direi che è tutto qui.”

Direi anch’io. Solo che andrebbe chiarito quel “tutto”. Proporrei un circuito autogenerativo allargato. Per parte mia direi di riflettere sulla sottile distinzione tra “sopravvivenza “
e “vita”. Per la specie umana la sopravvivenza è legata al guadagno, quindi al salario in senso lato.

La vita ha delle implicazioni assai più complesse. Se per esempio la “ sopravvivenza” fosse garantita, resterebbe un ampio margine per la “vita”.

Boris

Anonimo ha detto...

...Siamo sempre in bilico tra il morire di fame e il morire di noia...

Rigobaldo ha detto...

Spazio per le posizioni personali ce n'è.

Ma sembrerebbe che ci sia un inizio d'accordo: oltre la soglia del sopravvivere, cominciano le possibilità per vivere.

Possibilità, altro che sicurezze. Possibilità fragili, in ultima istanza destinate alla sconfitta (anche via la noia, per alcuni).

Ma tra la soglia di prima e la "sconfitta" ultima (altri direbbero: l'abile colpo di scopa della Pulitrice per eccellenza), quanti possibili progetti! quanti possibili piaceri! (anche quante discussioni, quante parole gettate al vento).

Anonimo ha detto...

La città di domenica
sul tardi
quando c'è pace
ma una radio geme
tra le sue moli cieche
dalle sue viscere interite

e a chi va nel crepaccio di una via
tagliata netta tra le banche arriva
dolce fino allo spasimo l'umano
appiattato nelle sue chiaviche e nei suoi ammezzati,

tregua, sì, eppure
uno, la fronte sull'asfalto, muore
tra poca gente stranita
che indugia e si fa attorno all'infortunio,

e noi si è qui o per destino o casualmente insieme
tu ed io, mia compagna di poche ore,
in questa sfera impazzita
sotto la spada a doppio filo
del giudizio o della remissione,

vita fedele alla vita
tutto questo che le è cresciuto in seno
dove va, mi chiedo,
discende o sale a sbalzi verso il suo principio...

sebbene non importi, sebbene sia la nostra vita e basta.

(Mario Luzi)

ben ha detto...

Benedetto da Casperia (RI).
Non so tutti voi, ma io sono sinceramente spaventato dal fatto che non è bastata la scolarizzazione di massa: oggi (almeno in Italia) si può affermare che tutti conoscono la storia e (almeno potenzialmente) leggono i giornali; ecco, nonostante questo, la maggior parte degli Italiani sono caduti nella trappola del perverso capitalismo paventata da Marx...e dov'è l'apporto etico della classe politica? Dov'è l'opposizione che non riesce a far capire che lo Stato, attraverso i suoi governanti, ha il dovere di condurre i cittadini verso una gestione corretta moralmente prima che politicamente?

Il Signor A. ha detto...

Salve, a tutti e salve a Lei Benedetto.
Sono d'accordissimo con lei, la confusione generatasi è imponente. I media, i giornali e insomma tutti i mezzi di comunicazione mi sembrano indirizzati verso un unica direzione: bombardare le persone di informazioni di ogni genere. Questo non mi sembra un male in assoluto ma presuppone il fatto che dall'altra parte ci sia qualcuno in grado di 'comporre' le notizie, assemblandole, collegandole e perchè no metterle su piani diversi. In altre parole, etremizzando un pò, mi pare che il tg ad esempio con la sua carrellata di notizie ci confonda un tantino, così uno può iniziare a valutare la vittoria della roma con la crisi economica o ambientale, che forse insomma non stanno proprio sullo stesso piano. E questo è l'effetto livella (essendo io amante di Totò lo nomino così). L'altro problema deriva dal fatto che la struttura piramidale della scelta delle notizie ne ometta categoricamente alcune preferendone altre e questo chiaramente agisce sulla nostra abitudine di fiducia nel confronto della Tv ad esempio: 'esiste se lo dice la tv', oppure: 'Lo ha detto la tv!'.
Poi evidentemente vi sono altri mezzi propagandistici nel linguaggio, nel modo di trattare i contenuti, l'altro giorno sentivo che lo scioglimento dei ghiacciai è positivo poichè riusciremo ad accedere nei prossimi anni alle risorse di petrolio fin ora sepolte la sotto e difficilmente raggiungibili. Mi pare fosse il Tg2..si era lui. Cioè una roba di questo tipo è da matti, da squilibrati totali!
Ad ogni modo, mi colpisce molto l'uso da parte Sua dell'uso delle parole 'etica', 'morale'...Mi piacerebbe discutere su queste parole, a cosa si appoggia l'etica o come si crea una morale? Forse appoggiandosi a dei valori, forse creando un ideologia dell'etica insomma che ci permette di capire cosa sia giusto e cosa sbagliato e cosa male...questo ad esempio lo fa la chiesa cattolica con i suoi dogmi le sue leggi che lasciano intendere una profonda fede in qualcosa di assoluto. Allora seguendo questo ragionamento sarei portato a credere che in un certo senso stiamo cercando degli altri assoluti, il che non è un male di per se, ma andrebbe secondo me discusso, verificato. Inoltre io sono profondamente deluso come Lei dall'atteggiamento politico che si riconferma il suo atteggiamento negativo per la società da parecchio e parecchio tempo, fatta eccezzione per qualche grande del passato, gente pensante, ma mi chiedo perchè dobbiamo ancora affidarci a qualcuno, al politico di turno, alla persona, alla guida, al messia? La nostra società è strutturata così abbiamo forse bisogno di un modello, una guida appunto...
Questi possono essere degli spunti di riflessione a cui certamente se ne possono aggiungere e collegare altri...discutiamone insieme!
Porgo cordiali saluti,
Da Il Signor A.

Rigobaldo ha detto...

Gentile Benedetto,

un modo di interpretare il Suo acuto commento -forse non del tutto lontano al pensiero dell'anfitrione di questo blog- ci porterebbe a sottolineare che la 'scolarizzazione di massa' si è limitata a fornire contenuti. È mancato invece lo stimolo al pensiero critico che vada al di là di quei contenuti, organizzandoli in comprensione che possa avere veramente influenza sulla propria vita. Arriverà qualche giorno, 'sto stimolo? Certo non dai governanti; forse dai cittadini, se e quando decideranno di riprendersi in mano il loro/nostro progetto di vita in comune.

Almeno una parte della classe politica, a parer mio, ha già capito che il capitalismo è alla frutta (e ci sorprenderemmo assai, se ancora rimanesse del margine per le sorprese, nel vedere dove si collocano nell'attuale spettro politico questi 'illuminati'). Basterebbe vedere la vertiginosa accellerazione dei loro arraffamenti e menzogne, il grado di affanno e di impudicizia che hanno raggiunto, per capire che hanno capito.

Quanto al gentile Signor A. Non sia tanto pessimista sulla TV! In questi giorni, persone che commentavano i fatti (veramente rivoluzionari, secondo me, e certo non per i contenuti) che avvenivano nell'Iran, segnalavano che i ragazzi dell'opposizione riuscivano ad estrarre informazione abbastanza utile e significativa dai mezzi di comunicazione controllati da quella loro schifosa dittatura: semplicemente invertendo, bianco per nero, nero per biano, i loro contenuti.

Or bene, non penso che nel Berl' Paese ci sia tanto lontani da quella situazione. All' 'informazione' sul G8 mi appello ...

Cordialità,

Anonimo ha detto...

BENTORNATO MARX!, FAI IL CULO A TUTTI! AHAHAHA

Anonimo ha detto...

piuttosto che far tornare marx, "quelli" sarebbero capaci di avvelenare l'acqua: ma come potete pensare possibile un salto all'indietro con capriola in avanti nella odierna situazione italo+ mondiale!!!
...avete mai sentito parlare del "signoraggio", nooo? informatevi, e poi ne riparleremo...
saluti

Anonimo ha detto...

Ma chi sceglie liberamente di vivere davvero e responsabilmente e creativamente e non sopravvivere un po' anestetizzati, un po' impigriti e scaricando sull'altro le responsabilità?
Marx: attualissimo, ma ricordiamoci, se vogliamo provare ad attuare i suoi pensieri, che non siamo più nè nell'800, nè nel 900. E la classe politica che si definisce ancora di sinistra continua a pensare di essere uno o due secoli fa...
Eppure una rivoluzione trasversale è già in atto...e spero ardentemente che in questa più persone si sveglino individualizzandosi finalmente divenendo responsabili, attive, creative ed imparino a collaborare con intelligenza amorevole come in una "mente di gruppo" (una bella orchestra) superando se stesse consapevolmente e non servilmente (cortigiani, vil razza dannata!) per il Bene Comune e più grande ed inclusivo.
Guerra civile: se sorgono un po' ovunque, il capitalismo liberista le frenerà facendo scoppiare una terza guerra mondiale per cui ognuno, pensando alla sua sopravvivenza ed a quella dei più cari e vicini a lui, difficilmente penserà ancora alla guerra civile. Solo, che questa volta, salteranno varie atomiche in vari paesi...e rimarranno solo ombre vaganti, carcasse a terra. E la musica, dove va?
C' è ancora e sempre tanto da fare di bello e buono!
Luisella

Anonimo ha detto...

Lo sbarco della nave dei diritti a Genova.mov

http://www.youtube.com/watch?v=cWaNsodNfeA&feature=player_embedded

Luisella