lunedì 12 gennaio 2009

Dentro ad un sistema di idee ...


La parola al nostro rispettato collega Serenus Zeitblom, dottore in filosofia:
“[...] Ma dalla conferenza di Kretzschmar emergevano con nettezza questi princîpi: che il concetto di cultura è una manifestazione storica transitoria; che questa nozione è suscettibile di dissolversi in altre; e quindi che non è sicuro che il futuro le appartenga necessariamente.
   − Ma non esiste altra alternativa alla cultura −gli dissi− se non la barbarie.
   − Concedimi un punto −obiettò lui−. La barbarie è l’opposto della cultura, ma unicamente dentro al sistema di idee che la cultura ci propone. Al di fuori di questo sistema, è possibile che l’opposto sia qualcosa di molto diverso, oppure che semplicemente non esista l’opposto.
   Non mi venne altro in mente che imitare Luca Cimabue, fare il segno della croce ed esclamare: «Maria Vergine!» Dalle labbra di Adrian spuntò un lieve sorriso.
   In un’altra occasione si esprèsse così:
   − Se la nostra è un epoca di cultura, io ritengo, e non so se ti sembrerà lo stesso, che della parola cultura se ne stia facendo un impiego eccessivo.Vorrei sapere se le epoche che veramente hanno posseduto una cultura hanno conosciuto ed impiegato la parola. L’ingenuità, l’incoscienza, la naturalità mi sembrano il criterio basilare del contenuto che attribuiamo a questo sostantivo. Ciò che ci manca è appunto l’ingenuità, e questa mancanza, se può essere detta tale, ci protegge contro certe pittoresche manifestazioni della barbarie compatibili con la cultura, e persino con un livello assai elevato di cultura. Voglio dire che il nostro piano è quello della civiltà. Ella crea, senza dubbio, una situazione degna di essere lodata, ma è altrettanto fuori dubbio che per essere capaci di vivere una vita colta dovremmo essere molto più barbari di ciò che siamo. La tecnica e il confort permettono parlare della cultura senza averla. Non potrai privarmi del vedere nel carattere melodico-omofonico della nostra musica uno stato di civiltà opposto alla antica cultura contrappuntista e polifonica. [...]”
Thomas Mann, Doktor Faustus, Capitolo VIII (1947)


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