mercoledì 12 novembre 2008

La costanza della ragione critica (CCB1)


Pierre Bourdieu (1930-2002), sociologo e intellettuale impegnato nella lotta contro i privilegi delle caste e del sapere, contro gli schematismi mentali, contro i sistemi di classificazione (le categorie essendo sempre derivazioni sociali contingenti e strumentali al potere), e contro il potere mediatico: era un pensatore critico, antidogmatico, interessato a storicizzare e relativizzare ogni situazione per comprenderne e chiarirne le cause e le conseguenze; egli intendeva, appunto con il ricorso alla ragione critica, distruggere i miti che ricoprono e celano l’esercizio del potere e ne perpetuano la dominazione sui corpi e sui comportamenti. Quello che forse di più prezioso egli c’insegna, tuttora, è l’ “ascolto attivo e metodico”, individuale e collettivo, solo accesso possibile e onesto alla “miseria del mondo”, da lui scandagliata e denunciata, quella di tutti gli emarginati. Pierre Bourdieu era consapevole dell’urgenza e della necessità di trasformare la società tramite l’impegno civile e democratico di tutti.
Claude Cazalé-Bérard
"
La costanza della ragione critica", nel N°4/5 di "Testo e Senso", 2001/2002.

1 commento:

Boris Porena ha detto...

Sono d'accordo, troviamo in questa tua descrizione di Bourdieu parecchi punti di contatto con il "nostro" (aggettivo possessivo molto timido, per niente escludente) modo di lavorare e le "nostre" preoccupazioni, sopratutto per quanto riguarda i contenuti e convinzioni che s'intravvedono.

Tanta convergenza!

Ad esempio il "privilegio del sapere"! Noi non lo neghiamo, non lo contestiamo, ma consideriamo che deve dipendere funzionalmente dal "pensare" ...
[citiamo ad esempio il saggio di Boris Porena "Dal sapere al pensare" (2003)]

Grazie per questa opportunità di pensare!