mercoledì 12 maggio 2010

Alla Chiesa Cattolica (76)



Mia madre, tedesca del Nord (Amburgo) e protestante, è passata al cattolicesimo, non tanto per convinzione –credo– quanto per spianare la via al mio futuro in un paese a grande maggioranza cattolica. Ho frequentato le elementari da suore tedesche (cattoliche), poi le medie inferiori e superiori in scuole di preti. “Ora capisco” dirà qualcuno attribuendo a una forma di rigetto la mia posizione di adulto, contraria alla Chiesa. Non ho mai rinnegato la mia formazione, cui sono grato se non altro per avermi insegnato il latino e non aver troppo ostacolato il cammino della mia mente (se qualcosa lo ha ostacolato è stato il fascismo). Uscito dalla scuola, la mia permanenza nella religione è stata piuttosto breve; già con gli studi di fisica se ne sono perse le ultime tracce. Il pensiero religioso come oggetto di studio e di riflessione antropologica non mi è mai stato estraneo, perfino in questi ultimi anni, ma non ha neppure portato ad un riavvicinamento che, se dovesse avvenire, prego chi mi sta vicino di considerarlo frutto di un indebolimento senile.

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La mia avversione verso di te non dipende quindi né da rigetto, né da partito preso. Ho veramente difficoltà a comprendere come per due millenni e passa le tue ‘verità’ possano essere state oggetto di fede quando già il pensiero greco e poi la logica più elementare bastavano a sgomberare il campo. Si obietterà che non è con la ragione che si scalzano le fedi. Giustissimo, ma uno dei fondamenti del cattolicesimo, almeno dalla scolastica in poi, è proprio la doppia via: fides et ratio. E la ragione invocata a sostegno della fede è per giunta la piatta razionalità del commerciante, non la ragione del filosofo o dello scienziato, vivificata dal dubbio e manifestantesi nell’ipotesi. Dio come ipotesi: se ne può discutere. Dio come verità: il pensiero lo rifiuta o almeno dovrebbe farlo se non ci fosse chi lo indottrina.

Non sei certo solo tu a irretire il pensiero in dottrine più o meno sclerificate. Lo fanno tutte le religioni e le ideologie, ma la sclerosi che ha colpito te data a dir poco dal Concilio di Trento. Peggio di te stanno le altre religioni monoteiste, il Giudaismo e l’Islam come anche il Protestantesimo, tutte ancora al punto in cui eri tu non più di un secolo e mezzo fa, quando eri impigliata nel potere temporale che di fato ti parificava agli innumerevoli stati e staterelli che dalla caduta dell’Impero Romano hanno infestato l’Italia e l’Europa con la loro ricerca del potere. È questa ricerca che ancora persegui, seppure in altre più nascoste forme, che ha degradato l’originario impulso a una emancipazione dell’uomo dall’idea stessa di potere (Dio), a una sua nuova più devastante incarnazione. È quasi incomprensibile che l’infinita serie di delitti di cui ti sei macchiata nel corso dei secoli non abbia portato alla tua cancellazione. C’è chi vede nella tua persistenza la mano stessa di Dio, che quindi avrebbe trasferito su di sé tutte le tue colpe (uso questo termine, a me estraneo, per adeguarmi al tuo linguaggio), per poi scaricarle in anticipo sulle spalle di un innocente. Mi domando come vi si sia potuto ricavare una religione –e per di più una che predica la fratellanza universale– dallo studio di una storia che, salvo pochissime eccezioni, ci parla solo di violenze, sopraffazioni, palesi ingiustizie. Tale è però la storia di tutta l’umanità, non solo di quella occidentale, europea, cristiana. E, se è così, studiamola da un punto di vista antropologico, etologico, ecologico lasciando perdere ogni considerazione differenziata riguardante la religione. È ciò che tenta di fare una storiografia laica e, nei limiti del possibile, oggettiva. Ma non è ciò che riceve il cittadino ‘comune’. Il ‘sapere’ immagazzinato dalle ‘culture’ (il plurale sta qui per una pluralità fenomenica) si distribuisce essenzialmente su due binari, l’uno riservato a chi viene addestrato a pensare, l’altro destinato a cui il pensiero è inibito. Inibito da chi? Appunto dalle religioni e dalle ideologie che del pensiero sono i sostituti. Il Cristianesimo non fa eccezione, anzi ci si presenta nella forma che tu, Chiesa Cattolica, gli hai dato, come un ‘sostituto’ tra i più efficienti, grazie ai dogmi che ci risparmiano la fatica di riflettere sui fondamenti. Una volta fissati questi, la razionalità spicciola –non la ragione– fa il resto. E chi si incarica di questo ‘resto’? La società nel suo complesso, a cominciare dalla scuola, che ne è lo specchio. È un circolo vizioso da cui solo un’azione decisa in senso laico potrebbe farci uscire. Ma una tale azione sarebbe percepita come antidemocratica e farebbe della laicità una religione, così non ci resta che pazientare fin quando la società o almeno la sua maggioranza non si sia autonomamente liberata di un fardello la cui pericolosità è sotto gli occhi di tutti. Il problema è: abbiamo ancora il tempo per una maturazione del genere? Gli arsenali atomici sono lì, pronti per la nostra estinzione. Il pensiero religioso –non solo cristiano e non solo cattolico– sembra inadatto a chiudere definitivamente quegli arsenali. Non basta infatti invocare la pace di Dio quando i dogmi bloccano la via per raggiungerla e gli uomini si attingono ai dogmi.

Allora eliminiamo i dogmi! Come se la cosa fosse fattibile …

I dogmi, le fedi, le religioni sono così profondamente radicate nella cultura (nelle culture) che interi popoli sono disposti a sacrificare la vita o a commettere le più atroci nefandezze per difendere o imporre ad altri le proprie credenze. Si aggiunge il fatto che di regola queste si intrecciano con interessi economici e di potere e si vedrà come sia estremamente difficile scalzare fedi e dogmi. In qualche caso si dà la sostituzione di una religione con un’altra, il che, ovviamente, non sposta il problema. Una possibile, ma neanche questa facile, è la metaculturalizzazione della religione.

Che cosa intendiamo con questo inelegante termine? Nient’altro che la consapevole associazione della religione alla cultura locale (all’UCL nel gergo nostro). Ciò vuol dire che i dogmi, le verità, gli assoluti propri di una religione hanno piena validità entro l’Universo Culturale Locale che li riconosce, fuori dal quale la loro validità va verificata. Sembra una tautologia, un’ovvietà, eppure, se ci attenessimo ad essa, le nostre probabilità di sopravvivenza aumenterebbero grandemente. Qualcuno potrebbe osservare che alcune religioni, tra cui il Cristianesimo cattolico, sono già avviate su questa strada dal momento che considerano legittime, addirittura paritarie quelle che fino a ieri erano viste come concorrenti. Anche concedendo che qualche passo in avanti si sia compiuto negli ultimi tempi, il cammino verso la reciproca tolleranza religiosa è ancora lungo (e la ‘tolleranza’ non è certo il gradino più alto). Tu consideri religiosamente omogenee le comunità in cui hai la maggioranza.
Pretendi l’insegnamento della tua dottrina nelle scuole, ti servi degli strumenti mediatici per confermarla negli adulti, ma soprattutto ostacoli con ogni mezzo, compresa la superstizione, l’autonomia del pensiero individuale, sostituendolo con un pensiero collettivo unicamente da te gestito. Per giustificare questa tua azione omologante tu la eserciti a priori considerandoci indistintamente cattolici e quindi appartenenti all’UCL (Universo Culturale Locale), in cui hai, per così dire, diritto di sovranità. Ma non siamo più al tempo di cuius regio, eius religio, e la tua ingerenza nella privacy dell’individuo non trova più giustificazione sufficiente per essere ‘politicamente’ tollerabile. A parte il fatto che il rimescolamento culturale oggi in atto non può privilegiare alcun particolarismo, tanto meno se religioso, il concetto di ‘libertà’ oggi sbandierato quasi con aggressività dalle democrazie occidentali, non dovrebbe, credo, fermarsi davanti alla coscienza del singolo. Questa andrebbe semmai difesa dall’aggressione delle religioni e dalle ideologie (compresa quella della libertà).

Qualcuno vedrà in questa difesa dell’autonomia del pensiero una forma di individualismo spinto, all’americana. Penso invece che solo restituendo alla mente singola il pieno dominio di sé stessa, sarà possibile rifondare una collettività consapevole capace di assicurare un futuro alla nostra specie.

B.
Cantalupo, 19-IX-09

6 commenti:

Anonimo ha detto...

"Penso invece che solo restituendo alla mente singola il pieno dominio di sé stessa, sarà possibile rifondare una collettività consapevole capace di assicurare un futuro alla nostra specie."
Questa riflessione mi pare possa inserirsi utilmente anche nella problematica che riguarda le forme di sfruttamento del pianeta Terra, e che ci offrono scenari inquietanti e incontrollabili come l'ultimo disastro ecologico , quello del golfo del Messico, oppure la distruzione della foresta Amazzonica. Anche in questi casi è "religione", ma quella del denaro e del profitto smodato, del guadagno e dello sfruttamento oltremisura da parte di un piccolo gruppo (banchieri,ecc..) sempre più potente, interlacciato e sempre più pericoloso per la sopravvivenza della specie: sono individui che sfuggono al controllo della massa e che la dominano, dirottandone le menti verso un unico obbiettivo: il consumo ad ogni costo dell'inutile.
mo

Anonimo ha detto...

caro Bo, non so dove lasciarti questo video: lo metto quà. Vorrei che lo commentassi con un postino o come ti pare.
ciao mo

http://www.facebook.com/video/video.php?v=122993184391674

ben ha detto...

Ho letto, e riletto. Sto metabolizzando, l'argomento è di quelli che scuotono la coscienza, e mettono in moto gli ingranaggi del pensiero. Presto lascerò un tentativo di commento.

Unknown ha detto...

con benedetto siamo tornati da poco dalla messa....rito al quale entrambi non vogliamo rinunciare...
ambedue abbiamo o vogliamo avere fede....
personalmente....come ti ho accennato...caro boris....provo un gran trasporto verso Gesù...per me concretizzazione terrena di Dio e con lui....anche attraverso la messa.... tento di avere una relazione importante...

alla chiesa anche io ho molto... troppo da rimproverare....

ho letto quanto tu scrivi con grande interesse e come benedetto ho bisogno di tempo e di nuove letture per metabolizzarlo....

Rigobaldo ha detto...

Come comentario a Mo ... azzeccato, considerare "religione" quella del denaro e del profitto smodato.

Proprio ieri c'era su una riflessione sui mercati come nuova religione.

Cordialità,

Valentina ha detto...

leggendo la lettera di Boris mi viene in mente un video che gira su youtube....http://www.youtube.com/watch?v=o44loprfxKA