[Dialogante 2] Forse ieri ci siamo lasciati andare a
prematuri entusiasmi. Anche una mosca distingue tra una cosa dolce e una che
non lo è…
[Dialogante 1] … ma non lo sa comunicare.
[Dialogante 2] Anche questo non è detto sia vero. Le api,
per esempio, hanno sviluppato un vero e proprio linguaggio per comunicare con
le compagne.
[Dialogante 1] Si tratta di insetti sociali…, tuttavia hai
ragione: anche gli animali distinguono e talora sanno anche comunicare ciò che
hanno distinto, ma non per questo diremo che le loro distinzioni sono
culturali.
[Dialogante 2] Lo diremo soltanto per quelle riferibili a
concetti fra loro distinti…
[Dialogante 1] …e andrebbe bene se sapessimo con chiarezza
distinguere i concetti. Questi invece assai spesso sfumano gli uni negli altri…
[Dialogante 2] …e non sappiamo neppure bene che cos’è un
concetto…
[Dialogante 1] …e che cosa è una qualsiasi cosa oltre ad
essere ‘quella cosa’.
[Dialogante 2] La solita trappola del verbo essere in
funzione ontologicamente fondante.
[Dialogante 1] Lasciamo perdere queste ovvietà. Continuo
comunque ad essere affascinato dalla lapidaria semplicità di quella frase, che
tutt’al più vedrei così integrata:
TUTTE LE DISTINZIONI CONCETTUALMENTE
CONVALIDATE SONO CULTURALI
CONVALIDATE SONO CULTURALI
Questo perché sono i concetti ad essere culturali non le distinzioni.
[Dialogante 2] Ha tutta l’aria di essere una scappatoia.
[Dialogante 1] E se fosse? L’importante sarebbe essere
sfuggiti al pericoloso attacco tirando in salvo anche la preziosa frase.
[Dialogante 2] Ma perché ci tieni tanto?
[Dialogante 1] Per i suoi due corollari che qui ripeto:
Il pensiero metaculturale non le
riconosce (quelle
distinzioni)
Ogni distinzione (concettualmente convalidata)
può essere metaculturalmente mediata.
può essere metaculturalmente mediata.
[Dialoganti 1 e 2, a due] Abbiamo così mantenuto aperta la tratta in
direzione della pace.
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