giovedì 7 gennaio 2016

Tratta XXV.1 – Ti reputi più intelligente di loro?


 Fotografia di Toshiteru Yamaji, dal progetto Pigs and Papa  

[Dialogante 1]  Come sai ho una grande ammirazione per la figura – storica o mitica che sia – di Gesù Cristo. Non sopporto invece l’uso strumentale che ne hanno fatto le chiese cristiane, più di tutte quella cattolica.
[Dialogante 2]  Tu distingui la figura dall’uso: sei sicuro che la distinzione sia corretta?
[Dialogante 1]  Non sono uno studioso di storia delle religioni e non pretendo di essere ascoltato più di chiunque altro. Non posso quindi parlare che per impressioni superficiali.
[Dialogante 2]  E quali sarebbero queste impressioni?
[Dialogante 1]  Che il Cristianesimo, come l’Islam e l’Ebraismo, ma forse più di loro, sia basato sulla menzogna più spudorata.
[Dialogante 2]  E come potrebbe essere creduto da miliardi di persone. Ti reputi più intelligente di loro?
[Dialogante 1]  E come potrei, visto che tra questi troviamo un Dante, un Bach? Mi domando però se le religioni sono argomenti da trattare secondo ragione. Dante sapeva benissimo di raccontare delle falsità, ma il suo progetto non era quello di essere veritiero. Quale fosse in realtà nessuno può dirlo. Noi non abbiamo che la Divina Commedia e non c’è ragione di pensare che questa non sia la migliore realizzazione possibile del suo progetto. Contentiamoci quindi di ciò che abbiamo senza cercare al di là di questo. Lo stesso vale per la Passione secondo Matteo.
[Dialogante 2]  Ma come possono essere stati pensati quei versi e quella musica se il loro substrato concettuale è falso?
[Dialogante 1]  Appunto perché quel substrato non è diretto alla ragione e neppure al sentimento, bensì a una zona del cervello non ancora esplorata, dove nascono le emozioni più profonde di cui siamo capaci.

[Dialogante 2]  Parli forse dell’Arte?

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