[Dialogante 1] Non è per me parola abituale – sai anche
questo – , ma non ne conosco altre per nominare questo tipo di indicibilità.
[Dialogante 2] Quindi ti arrendi al luogo comune?
[Dialogante 1] …e chi sono io per non doverlo fare?
[Dialogante 2] Alcuni ti considerano un artista…
[Dialogante 1] … ma io non sono tra quelli. Anche ammesso
che in qualche momento mi sia avvicinato a quel concetto, credo mi sia rimasto
fondamentalmente estraneo.
[Dialogante 2] Come puoi esserne così sicuro?
[Dialogante 1] Perché quando penso alle cose che ho
prodotto, soprattutto in musica, non dubito mai della regione del cervello in
cui sono nate.
[Dialogante 2] E questo dubbio è per te condizione
essenziale – anche se forse non sufficiente – perché si possa parlare di Arte?
[Dialogante 1] A malincuore ti rispondo di sì.
[Dialogante 2] E perché a malincuore?
[Dialogante 1] Perché mi sento costretto a parlare di cose
di cui, per dirla alla Wittgestein, è meglio tacere.
[Dialogante 2] In questa nostra chiacchierata ci siamo
imbattuti in due cose di cui “è meglio tacere”.
Ce n’è qualcun’altra di cui non vorresti parlare?
[Dialogante 1] Sì, la ‘morale’.
[Dialogante 2] E perché non vorresti parlarne?
[Dialogante 1] Perché anche questo concetto mi è estraneo.
[Dialogante 2] Sei un amorale? Un immoralista?
[Dialogante 1] Ma se ti ho detto che il concetto mi è
estraneo, anche il suo contrario lo è.
[Dialogante 2] Allora parliamone da estranei…
[Dialogante 1] … cioè da incompetenti.
[Dialogante 1] Se ti fa piacere…
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