mercoledì 4 febbraio 2015

Tratta XXX.4 – Mobilità del vivente



[Dialogante 2]  Il tuo ragionamento va probabilmente molto oltre ciò che i suoi fautori intendono per ‘disegno intelligente’. Mantiene tuttavia una dualità difficilmente accettabile: quella tra ‘materia’ e ‘intelligenza’, molto simile a quella ben nota tra ‘materia’ e ‘spirito’.
[Dialogante 1]  Una qualche dualità bisognerà pure ammetterla per non restare paralizzati nell’Uno-Tutto.
[Dialogante 2]  Basterebbe tuttavia attribuire alla materia la qualità del ‘movimento’ che il dualismo sarebbe superato.
[Dialogante 1]  La materia stessa potrebbe essere definita come ciò che si muove, e ingloberebbe anche l’altro termine ‘spirito’ o ‘intelligenza’ che sia.
La prima manifestazione dell’intelligenza potrebbe essere infatti il movimento di un’ameba nell’atto di fagocitare un pezzetto di materia.
[Dialogante 2]  Resterebbe però sempre l’opposizione tra la mobilità del vivente – qui l’ameba – , e l’inerzia della materia fagocitata.
[Dialogante 1]  Ma quale inerzia? Le particelle che compongono la materia sono in continuo, forsennato movimento. Non solo, ma in perenne trasformazione l’una nell’altra. Anche da ‘materia’ a ‘energia’.
[Dialogante 2]  E l’energia non sapremmo da che parte classificarla: da quella della ‘materia’ o da quella immateriale dello ‘spirito’.
[Dialogante 1]  Comunque dalla parte del movimento.
[Dialogante 2]  Ed eccoci di nuovo a ‘ciò che si muove’, alla ‘materia’. Pensi di aver dimostrato nel concetto eracliteo di movimento l’identità di ‘materia’ e ‘intelligenza’?
[Dialogante 1]  Come già detto l’altra volta, non so bene che cosa significa ‘dimostrare’. Mi basta ‘mostrare’. Il ricevente deciderà poi se del ‘mostrare’ farà un ‘dimostrare’.
 [Dialogante 2]  In filosofia non riusciamo ad andare oltre Parmenide ed Eraclito.
[Dialogante 1]  Una delle due: o siamo troppo limitati noi, o quei due hanno conosciuto il limite della conoscenza.
[Dialogante 2]  Preferisco la seconda che hai detto, perché quei limiti sono anche quelli di IMC.

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