[Dialogante 2] Vedo che ogni volta che sorge una dualità,
per noi è un problema.
[Dialogante 1] Così come ogni volta che pensiamo di averla
superata, la conquistata singolarità si biforca.
[Dialogante 2] La ben nota triade dialettica?
[Dialogante 1] Lo schema è forse lo stesso, ma gli
ingredienti non lo sono e soprattutto non lo è il meccanismo unificante: IMC
non è una ‘sintesi’ perché crea un proprio piano di riferimento.
[Dialogante 2] Non siamo abbastanza esperti da escludere un’omologia
o una convergenza.
[Dialogante 1] In ogni caso IMC non ‘unifica’ ne ‘supera’
gli elementi della dualità; li lascia convivere nella loro diversità culturale,
ma su un piano ‘metaculturale’ che ne impedisce lo scontro.
[Dialogante 2] Il fine dell’operazione è quindi il
mantenimento della pace pur preservando le differenze.
[Dialogante 1] Questo dal punto di vista ‘politico’. Ma lo
stesso vale per l’aspetto cognitivo: la terra gira intorno al sole da un punto
di vista eliocentrico, non avrebbe senso affermarlo da un punto di vista
geocentrico.
[Dialogante 2] Non è che gli antichi avessero torto, ne che
i copernicani avrebbero ragione. La ragione è di chiunque sappia pensare e
dichiari presupposti del suo pensiero.
[Dialogante 1] Quante morti premature gli uomini avrebbero
risparmiato semplicemente adottando questo tipo di relativismo!
[Dialogante 2] Che toglie assolutezza a chi pretende di
averla in assoluto (in UMC)…
[Dialogante 1] … e la concede a chi accetta di
circoscriverla localmente (entro UCL dichiarati).
[Dialogante 2] Purtroppo solo pochi accettano che la verità abbia un luogo…
[Dialogante 1] … e preferiscono diluirla in UMC senza
avvedersi che una verità diluita all’infinito non è più rintracciabile…
[Dialogante 2] … perché la verità stessa è un luogo.
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