venerdì 6 febbraio 2015

Tratta XXX.6 – Meccanismo unificante



[Dialogante 2]  Vedo che ogni volta che sorge una dualità, per noi è un problema.
[Dialogante 1]  Così come ogni volta che pensiamo di averla superata, la conquistata singolarità si biforca.
[Dialogante 2]  La ben nota triade dialettica?
[Dialogante 1]  Lo schema è forse lo stesso, ma gli ingredienti non lo sono e soprattutto non lo è il meccanismo unificante: IMC non è una ‘sintesi’ perché crea un proprio piano di riferimento.
[Dialogante 2]  Non siamo abbastanza esperti da escludere un’omologia o una convergenza.
[Dialogante 1]  In ogni caso IMC non ‘unifica’ ne ‘supera’ gli elementi della dualità; li lascia convivere nella loro diversità culturale, ma su un piano ‘metaculturale’ che ne impedisce lo scontro.
[Dialogante 2]  Il fine dell’operazione è quindi il mantenimento della pace pur preservando le differenze.
[Dialogante 1]  Questo dal punto di vista ‘politico’. Ma lo stesso vale per l’aspetto cognitivo: la terra gira intorno al sole da un punto di vista eliocentrico, non avrebbe senso affermarlo da un punto di vista geocentrico.
[Dialogante 2]  Non è che gli antichi avessero torto, ne che i copernicani avrebbero ragione. La ragione è di chiunque sappia pensare e dichiari presupposti del suo pensiero.
[Dialogante 1]  Quante morti premature gli uomini avrebbero risparmiato semplicemente adottando questo tipo di relativismo!
[Dialogante 2]  Che toglie assolutezza a chi pretende di averla in assoluto (in UMC)…
[Dialogante 1]  … e la concede a chi accetta di circoscriverla localmente (entro UCL dichiarati).
[Dialogante 2]  Purtroppo solo pochi accettano che la verità abbia un luogo…
[Dialogante 1]  … e preferiscono diluirla in UMC senza avvedersi che una verità diluita all’infinito non è più rintracciabile…
[Dialogante 2]  … perché la verità stessa è un luogo.

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