giovedì 5 febbraio 2015

Tratta XXX.5 – La fede spiega tutto



[Dialogante 1]  Credo che nei ragionamenti appena fatti, abbiamo trascurato una cosa importante.
[Dialogante 2]  Quale?
[Dialogante 1]  Che introducendo come elemento unificante il concetto di ‘movimento’ abbiamo anche introdotto il fattore tempo, di cui tuttavia non abbiamo parlato.
[Dialogante 2]  Pensi che questo fattore potrebbe risollevare le sorti del ‘disegno intelligente’?
[Dialogante 1]  Vediamo. La parola ‘disegno’, come anche nell’uso comune, non significa solo uno stato di cose (per esempio un insieme di tratti su un foglio) ma anche un progetto da realizzarsi nel tempo.
[Dialogante 2]  E così anche il ‘disegno intelligente’ andrebbe inteso in senso potenziale…
[Dialogante 1]  … magari neppure percepibile allo stato attuale, ma evidente solo in un futuro ancora lontanissimo.
[Dialogante 2]  Una tale interpretazione presuppone un atteggiamento mentale che non abbiamo voluto prendere in considerazione: la fede spiega tutto pur non spiegando nulla.
[Dialogante 1]  Con la fede non si discute. Ma, dal momento che il ‘disegno intelligente’ si offre alla mente almeno come ‘ipotesi’ da considerare razionalmente, siamo autorizzati a escludere la fede come elemento probatorio.
[Dialogante 2]  Ed eccoci ancora alle prese con una dualità: ‘fede e ragione’, fides et ratio, come dice il Vaticano…
[Dialogante 1]  … che comunque avverte il pericolo e crede di superarlo rafforzando al massimo la congiunzione – un trucco linguistico rivestito proditoriamente di ontologia.
[Dialogante 2]  Forse non lo crede neppure, perché basta che altri – possibilmente molti altri – lo credano.
[Dialogante 1]  Per noi il problema è ora: come superare anche questa dualità?
[Dialogante 2]  Ma perché superarla? Non potremmo conviverci?
[Dialogante 1]  Forse, ma a certe condizioni.

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