lunedì 16 marzo 2009

Tradimento

Appuntamento del lunedì ... questa volta con una metaparola borisiana.


Illustrazione di Ralf König per il suo Iago
Hai tradito le nostre aspettative!
Ma chi vi ha detto di farvele?
Giuda ha tradito Gesù
Ma se non lo avesse fatto?
L'accordo è stato tradito
Lo dicono tutte due le parti
Ha tradito la patria
Perché non sapeva qual’era
Lei lo ha tradito
Lui si limitava a trascurarla...

Leggere di più ...

È parola possiamo dire unidirezionale. Anche se a usarla sono ambo le parti contendenti: infatti di regola il tradimento si subisce e chi lo compie non lo riconosce come tale, salvo forse Giuda (che peraltro agiva per volontà del Signore).
Il tradimento esige vendetta. La colpa è così grave che per essere compensata ha bisogno di una colpa quasi altrettanto grave. È quel ‘quasi’ che in genere assolve il vendicatore.
Ma perché il tradimento viene considerato una colpa, e per giunta così grave da meritare la vendetta?
Eppure non è che il venir meno a dei patti conclusi tra esseri umani, quindi fallibili. O meglio è un venir meno a una certa interpretazione dei patti, evidentemente non condivisa dall'altra parte. Giustamente la vendetta è stata espunta dai codici come motivazione valida di un delitto. Ma un conto è l'invalidazione razionale, altra cosa l'impulso irrazionale che spesso innerva l’azione ben più che non faccia la razionalità. E il tradimento sollecita proprio la reattività profonda, istintuale della nostra umanità, tant'è che ci piace riscontrarlo anche dove non c'è e prestiamo volentieri attenzione a chi ci vuole convincere della sua presenza. Ne devono aver saputo qualcosa sia Otello che Jago, forse anche Desdemona, ma sicuramente Shakespeare.

Con il nostro ringraziamento a Eva Serena per il contributo alla publicazione

Nessun commento: