[Due giorni fa, il 20 ottobre di questo
2011, in concomitanza con analoghe manifestazioni in centinaia di città del
mondo, si è svolto a Roma un corteo di centinaia di migliaia di persone che
hanno attraversato il centro cittadino per dimostrare il loro dissenso nei
confronti di un sistema economico squilibrato a favore delle grandi
concentrazioni di capitale con conseguente impoverimento di vasti strati della
popolazione. La crisi, che ha colpito soprattutto il mondo del lavoro e del
piccolo risparmio, ha modificato radicalmente i rapporti internazionali con la
crescita turbolenta di paesi fino a ieri subordinati all’Occidente capitalista
e oggi suoi validi concorrenti. Ancora più la crisi ha modificato i rapporti
interni nei vari paesi resuscitando i sopiti ‘conflitti di classe’ e concetti,
che si pensavano decaduti, di ‘borghesia’, ‘proletariato’, ‘sottoproletariato’
ecc.
Tutto questo sta provocando, più o meno
dappertutto, un malcontento, che sempre più spesso degenera in forme di
esasperata violenza. La democrazia che, bene o male, si va diffondendo livello
mondiale, tempera gli eccessi, ma al tempo stesso accentua le disparità. Fino a
quando riuscirà a impedire il ritorno di rivoluzioni devastanti come quelle che
l’Occidente ha conosciuto negli ultimi secoli?
Di più: riuscirà ad allontanare da noi
tutti lo spettro di un terzo conflitto mondiale che metterebbe fine a ogni
cosa?
La democrazia è garanzia di
sopravvivenza? Nella forma neocapitalistica che in essa si va cristallizzando?
Fin dove questo processo, che molti di noi considerano degenerativo, sarà
ancora compatibile con la vita?
Questo stavo pensando mentre la
televisione continuava a mostrarci la tranquilla discesa di decine, centinaia
di migliaia di manifestanti per via Cavour verso il Colosseo.]
Nessun commento:
Posta un commento