Qualche anno
fa, in una località del Peloponneso di cui non ricordo il nome, al di sopra di
un piccolo corso di acqua, ho visto alcune decine di Podaliri (Iphiclides
podalirius). È una specie abbastanza comune, che tuttavia non avevo mai
visto in così grande numero e in prossimità dell’acqua.
È certo
abbastanza somigliante al congenere macaone (la separazione tassonomica di Iphiclides da Papilio è infatti piuttosto recente e giustificherebbe il
mantenimento di Iphiclides come
sottogenere dell’altro) ma meno appariscente nel colore giallo pallido delle
loro ali traversate longitudinalmente da fasce nerastre e terminanti con due
code più lunghe di quelle del macaone.
Il bruco,
diversissimo per la forma corta e tozza da quello del macaone, vive su varie
specie del genere Prunus – ciliego,
pesco – e affini. È fortemente mimetico per il colore verde con deboli
striature bianchicce.
I Papilionidi
sono tra le più celebrate farfalle del mondo per le dimensioni, i colori
sgargianti, gli ornamenti delle ali e la rarità di molti specie. Raggiungono il
massimo splendore nelle forme tropicali, ma anche da noi e nell’Europa in
genere si fanno ammirare, oltre che per le qualità che si è detto, per la forza
e l’eleganza del volo, spesso intercalato da lunghe planate e da brevi tratti
percorsi a rapidi e frequenti battiti di ala.
Non sono certo
le uniche farfalle a colpire la nostra attenzione, molti ninfalidi non sono da
meno, ma c’è da domandarsi come mai la natura riunisce in una stessa famiglia o
tribù o genere tanta bellezza, anziché distribuirla con più equità tra i vari taxa. Già l’immagine umanizzata della
natura che ‘distribuisce’ è alquanto impropria, e forse anche il concetto di
‘bello’ è più ‘cosa nostra’ che di una farfalla. Eppure la costatazione che la
bellezza determina anche in molte specie la scelta del partner – in genere maschile
– fa pensare a una buona coincidenza tra estetica e funzionalità, nel senso che
un partner ‘più bello’ – maschio o femmina che sia – è miglior garanzia di una
buona discendenza. Hitler l’aveva intuito, solo che non aveva tenuto conto del
fatto che la ‘bellezza’ umana non ha sede esclusivamente nel corpo.
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