venerdì 12 marzo 2010

Il contenuto ci interessa poco


"Fondamentalmente il contenuto ci interessa poco. O meglio, ci interessa come punto di partenza, in quanto oggetto su cui aprire una dinamica. Ecco: ciò che studiamo sono le dinamiche, la meccanica della comunicazione. Il contenuto, che normalmente a scuola è perno centrale dell'insegnamento, qui diventa secondario, diventa uno strumento. Dunque c'è un capovolgimento: la comunicazione non è uno strumento per acquisire contenuti, ma il contenuto è uno strumento per esercitare questa facoltà umana.
Inizialmente c'è una sorta di svalutazione del contenuto, anche se poi proprio attraverso questa attività esso riacquista una sua centralità, tanto è vero che poi ti accorgi non solo di acquisirne di nuovi, ma paradossalmente di possedere già dei contenuti che non sapevi di avere, perchè non avevi ben chiaro dove collocarli.
Spesso io e Boris entriamo in conflitto: raramente, nell'immediato, ognuno resta nella propria idea, ma nel tempo ciascuno "aggiusta" la propria convinzione. La parte più forte del circuito autogenerativo è proprio questa: riuscire a mantenere la propria identità che comunque è sempre "altro" (io non penso come lui, e viceversa)... Una fede assoluta nella grande apertura ti porta ad una grande chiusura. La "chiusura consapevole" è uno dei punti essenziali e finali del circuito generativo. Chiusura consapevole e provvisoria."

da L'Utopia Possibile (incontro con Adonella del Bufalo) di Giorgio de Martino

1 commento:

Salvatore ha detto...

Spero di utilizzare in modo appropriato questo spazio che mi viene concesso condividendo una riflessione scaturita dalla lettura di questo post intitolato Metodologia. in generale, non è che il contenuto m'interessi poco, è che mi rincuora che qualcuno ancora s'interroghi sul contenitore! osservo infatti che il "come" è completamente sparito dalle scene, nascosto dal "cosa" e ciò ha creato un eccesso di idee e nessuno in grado di realizzarle.