venerdì 2 settembre 2016

Tratta XL.6 – … ma con la forza di un’investitura popolare…


 [Dialogante 1]  E se fosse solo questo, il danno sarebbe territorialmente limitato…
[Dialogante 2]  … vuoi dire che il ‘caso Berlusconi’ dimostra il fallimento della democrazia tout-court?
[Dialogante 1]  Non voglio arrivare a tanto, ma al fallimento di questo modello di democrazia, chiaramente sbilanciato a favore del capitale nei confronti del lavoro direi senz’altro di sì.
[Dialogante 2]  E dai tanta importanza a Berlusconi da assumerlo a prototipo di un modello, sia pur fallimentare, di democrazia?
[Dialogante 1]  Non credo sia lui il prototipo ma, come già Bush per gli Stati Uniti, un pedissequo rappresentante, sprovvisto del più elementare senso critico.
[Dialogante 2]  Il modello come tale è oggi diffuso in tutto l’Occidente e dilaga anche fuori da esso (in Giappone per esempio); ciò non toglie che dimostri quasi ovunque il suo fallimento: le crisi si susseguono alle crisi, gli scontenti aumentano in ogni paese.
[Dialogante 1]  Gli scontenti ci sono sempre, non ci si può basare su di essi per giudicare di un modello politico.
[Dialogante 2]  Sì, ma in questo caso hanno buone ragioni per esserlo: a parte i molti che perdono il lavoro, chi ancora ce l’ha, vive nella perenne incertezza di non averlo più domani.
[Dialogante 1]  È una condizione oggi comune a quasi tutti i paesi salvo in quelli dove si sta peggio. Comunque concordo nel vedere in Berlusconi un modello di ma la politica se non addirittura di indebita occupazione di una carica politica senza alcuna competenza.
[Dialogante 2]  Sì ma con la forza di un’investitura popolare…
[Dialogante 1]  … ottenuta come?
[Dialogante 2]  Con ‘libere’ elezioni.
[Dialogante 1]  Perché evidenzi ‘liberi’? Pensi forse che quelle elezioni fossero truccate?
[Dialogante 2]  … Assolutamente no! Per il semplice fatto che non c’era bisogno di truccarle.
[Dialogante 1]  … Che vuoi dire?
[Dialogante 2]  Che ad essere ‘truccato’ era il cervello degli elettori, e non da ieri. Truccato ad opera di un modello educativo disinteressato all’autonomia del pensiero.


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