venerdì 1 aprile 2016

Tratta XXXVIII.2 – Schivo e riservato

[Ho sentito per due sere di seguito le due Sonate dell’op.14 nell’esecuzione di Sokolov. Non avevo mai dedicato molta attenzione all’op. 14, considerandola una sorta di riempitivo, assieme alla più ampia op. 22, in attesa della prima grande sonata del ‘periodo di mezzo’ (opus 26, 27, 28, e soprattutto i tre capolavori dell’op. 31).
Sta di fatto che sotto le dita di Sokolov, ma soprattutto attraverso la sua mente, le ‘modeste’ Sonate op. 14 hanno dato al termine ‘modesto’ un significato che con la modestia comunemente intesa hanno ben poco a che fare. Beethoven non è mai modesto, anche quando lo sono i mezzi di cui si serve. Queste Sonate non hanno nulla di virtuosistico e non brillano certo per inventiva tecnica come già le op. 10 e 13 (la famosa Patetica, banco di prova per i dilettanti della tastiera, ma anche per i futuri professionisti). Eppure Sokolov mi ha fatto capire quante e quali sottigliezze si nascondono dietro quella dichiarata semplicità. Basterebbe l’ambiguità metrica dell’enunciato tematico dell’op. 14 n. 2 (primo tempo), che Sokolov fa intuire all’ascoltatore pur senza svelarla; o, nello ‘sviluppo’ della n. 1 l’improvviso ‘cedimento’ a una inaspettata ‘facilità’ melodica e metrica quasi estranea a Beethoven. Poi, ancora, sempre nella n. 1, il nient’affatto ‘modesto’ Allegretto, la cui seriosità è ancora accentuata dall’insistenza sulla tonalità di mi (in minore), comune agli altri due tempi; o infine la bizzarria metrica dello Scherzo della n. 2, che, pur chiamandosi così, né occupa il posto né ha la forma dei normali scherzi di sonata (o quartetto o sinfonia), bensì è un evidente Rondò

Questa scelta di due sonate ‘minori’ dell’opera beethoveniana testimonia del carattere schivo e riservato del grande pianista russo, il cui pensiero musicale, unito ad una straordinaria tecnica esecutiva, non ha bisogno di imporsi nelle grandi opere, che pure domina perfettamente, per rilucere in quelle ‘minori’ che attraverso di lui rivelano tutta la grandezza delle altre.]

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