Premessa
Sto tentando di costruire questa serie di postini del sì simmetricamente a quella dei postini del no per ragioni –tra il logico e l’estetico– di equilibrio tra due atteggiamenti valutativi, a nessuno dei quali dare la prevalenza. Non nascondo però che l’atteggiamento positivo, questi postini del sì, mi costano, fin dalla compilazione di un indice, molto maggiore fatica dei precedenti. Sono più le cose che non vanno, in questo mondo, di quelle che vanno? O ci colpiscono di più quelle di queste? Oppure ci piace di più dire no che dire sì?
Fatto sta che le nostre simpatie vanno piuttosto al dissenso che al consenso, anche se di regola, almeno nelle competizioni elettorali, vince il consenso. Del resto le nostre società sono così fatte da privilegiare comunque il consenso, né saprei come potrebbe essere diversamente. Forse non opponendogli banalmente il dissenso, ma ascoltando le ragioni di ambedue e, quali che siano le conclusioni, non considerarle mai come la ‘vittoria’ dell’una o dell’altra parte, ma solo come una ragionevole convergenza?
1 commento:
A grandissime pennellate, direi che il 'NO' ci differenzia, afferma la nostra individualità - il 'SÌ' invece ci diffumina, ci confonde con l'umanità di altri.
Inoltre, il 'NO' ci mantiene politicamente e concettualmente 'puri': intonsi, nella torre d'avorio. Mentre che il 'SÌ', come adesione, ci impegna, ci responsabilizza, ci obbliga a rimboccarci le maniche e a scendere sul terreno.
Come al solito, si tratta di comporre armonicamente entrambe situazioni. Felicemente esistono sia il "Anche se complessivamente debo dire di NO, condivido queste parti della proposta ..." e il "Mi sarà permesso qualificare il mio SÌ con qualche riserva puntuale ..."
Certo, sono più lunghi! E sanno un po' di scappatoia ...
Ma non abbiamo detto, e ridetto, che IMC è la madre di tutte le scappatoie?
Cordialità,
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