giovedì 11 febbraio 2010

Una vignetta di Vauro...

.....scacciapensieri...?...

Clicca sopra per ingrandirla.

4 commenti:

Unknown ha detto...

...ed è andata a finire così! Roma ILLUMINATA dalla Neve!

Stamattina a Roma, a via dei Prefetti, la riunione all'ANCI per i giovani amministratori è andata a finire così...scivoloni, palle di neve, traffico limitato, aria fresca, GENTE SORRIDENTE...un'altra Roma senza dubbio.

Fortunatamente il tempo ci ha pensato bene, e ha voluto dare il suo contributo a "M'ILLUMINO DI MENO"...di oggi pomeriggio.
Questo il primo pensiero che ho avuto mentre giravo per la città in cerca di un modo per tornare a casa a cambiarmi le scarpe e i calzettoni completamente bagnati. Ma poi? Quanti riscaldamenti accenderemo stasera al calar del sole? Come fare ad aderire?

Un'eccezione, quella di oggi! Ma è poi così tanto un'eccezione?
E ieri che cosa abbiamo fatto?
M'ILLUMINO DI MENO, che a me piace chiamare di più M'ILLUMINO MEGLIO, dovrebbe non fermarsi alla giornata di oggi. Dovrebbe farci interrogare ogni giorno se c'è un modo per 'illuminarsi meglio, rispettando il luogo in cui viviamo, rispettando il nostro pianeta!

E intanto SERGE LATOUCHE è a Rieti, fino a domani, a IMMAGINARE LA DECRESCITA!

E a cercare non di illuminare ma di far accendere qualche lucina (magari con un pannellino solare dietro) nella testa degli amministratori, dei politici, delle associazioni. Lucine che servono a farci porre delle domande, a interrogarci se esistono altre strade rispetto a quella della crescita (che porterà alla distruzione del pianeta) e quella della disperazione (che è sempre meglio della prima!).


Sulla scia della DECRESCITA FELICE abbiamo avviato tempo fa un percorso di domande, lo abbiamo chiamato RIDIMENSIONATI. Questo percorso non aveva certo l'ambizioso scopo di salvare il pianeta intero (...o forse sì)

mirava a farci interrogare sugli sprechi quotiniani, a esserne consapevoli, e a come in una società "della crescita" come la nostra è possibile ridurli o eliminarli senza troppi traumi.

Questo è possibile...un altro MO(n)DO è possibile!

ridimensionati@gmail.com
Eva

Contronbonzo ha detto...

Ciao evasere e lettori del blog,

A tratti su questo Blog parlate del movimento della decrescita citando Pallante e Latouche e i loro circoli.

1- Non capisco bene che cosa centri il concetto di decrescita con, perdonatemi la semplificazione, il concetto di crescita intellettuale proposta da Porena.

Mi pare che le vostre idee siano un tantino lontane. Mentre loro aspirano ad un uomo che 'guarda indietro', che semplifica i suoi ragionamenti e il suo stile di vita, emblema di una società moderna, 'tornando alle caverne insomma', voi volete creare addirittura una 'mutazione antropologica', un super-uomo che accresce le sue facoltà mentali, che 'cresce' come singolo e come società.

2-Raggiungere l'ideale utopico di un uomo 'evoluto e superiore' mi ricorda, spaventandomi un po', la matrice novecentesca tedesca hitleriana della razza ariana e quella delle avanguardie futuriste, non so spiegarvi bene come ma secondo me c'è una connessione preoccupante. Inoltre so che i movimenti sopraindicati non vedono molto di buon occhio il periodo storico delle avanguardie.

Infine lavorare sulla caratteristica essenziale dell'uomo moderno, ossia il pensiero astratto e non pratico (quello che sa programmare e che progetta, quello che ci ha fatto arrivare al punto di oggi) non so quanto porti lontano e mi pare un tantino pericoloso e incontrollato.

Spero di sbagliarmi infondo ho visto qualche video realizzato da Porena su questo blog e ho letto qualcosa.

Sono molto interessato.

Qualcuno di voi sicuramente queste cose le ha pensate meglio di me...Quindi c'è anima viva la in grado di argomentare?

Contronbonzo

Il Signor A. ha detto...

Salve a tutti dal Signor A.

Gentile Sig. Contronbonzo, le Sue domande sono lecite anche se formulate in maniera così netta.

Non mi trova molto d'accordo nel punto 2.

Nel blog si parla di 'trasformazione antropologica' conseguente ad un lavoro di auto-riflessione o auto-osservazione profondo che deriva da una pratica definita 'metaculturale'.

Codesto lavoro non mira nella sua volontà a creare una razza diversificata e identificata tanto meno 'superiore'.
A mio modo di vedere la pratica 'metaculturale', può essere d'aiuto, ad esempio, nel prevenire pericolosi 'assoluti ideologici' esterni ed interni nell'interesse del singolo individuo e nell'interesse della sua cultura d'appartenenza salvaguardandone la sopravvivenza ponderata. La reputo quindi anni luce distante da 'ideologie novecentesche hitleriane' come le definisce Lei.

Spero di non aver frainteso le Sue parole.

Comunque credo che i problemi da Lei sollevati non si esauriscano con la mia risposta semplice risposta. Spero quindi che altri lettori ed autori del blog si uniscano a questa riflessione.

In attesa di questo, saluto cordialmente tutti.

Il Signor A.

Rigobaldo ha detto...

Di nuovo salve, Controbonzo.

Proviamo a dialogare su queste due questioni.

1) Lei è proprio sicuro che il pensiero che fa capo a Latouche e altri "guardi indietro", "torni alla caverna"?

A me, da innocentone ingenuo, mi dà l'impressione esattamente opposta: solo ripensando in profundità il produttivismo-consumismo suicida si ha una speranza di futuro.

Le idee che si dibattono qua non so se siano lontane oppure vicine - ma mi sa che sono convergenti, che è un altro concetto.

2) La parola 'super-uomo', effettivamente, suscita le inquietudini che lei ha menzionato. Ma può stare tranquillo; non è stata mai utilizzata in questo contesto. Non si è mai parlato di inferiori né superiori.

Si parla, invece, dei seguenti fatti abbastanza semplici:
- l'attuale assetto dell'uomo come specie, fortemente culturale, porta regolarmente a conflitti irresolubili
- nella presente situazione -sovrapopolazione, desuguaglianze mondiali sempre più feroci, risorse in crisi nera, e armamento nucleare come ciliegina della torta- è assai probabile che questa conflittualità 'culturale, troppo culturale' porti ad una esplosione tremenda, chissà se all'estinzione della specie
- quindi si propone come via di uscita andare oltre la 'cultura' come funziona oggi. Non con una 'supercultura' (che farebbe più dello stesso), neanche con una 'acultura', ma con una cultura che sappia uscire da sé stessa e relativizzarsi.

Sappiamo empiricamente che, almeno a piccola scala, questo cambiamento è possibile. Comunque la piccola scala non basta - è necessaria la generalizzazione del fenomeno. E in questo contesto, la condizione necessaria per il cambiamento è stata denominata -metaforicamente, senza ambizioni di descrivere una 'mutazione' nel senso biologico letterale-, 'mutazione metaculturale'.


Come coda, non mi sembra che l'astrazione, e le conseguenti programmazioni e progettazioni, siano quelle che ci hanno portato al gorilaio globale odierno. Attribuirei la responsabilità, invece, alla depredazione sistematica del pianeta, all'avidità, alla sfrenata concupiscenza per il potere che ha contraddistinto fino ad oggi culture, partiti, religioni, stati, attori economici.

L'astrazione e la programmazione sono meri strumenti, esattamente come lo è un martello. L'agenzia etica non risiede nel martello, bensì in colui che lo impugna. Un uomo può impiegarlo per sfondare la testa della sua figlia di cinque anni; un'altro, nella porta accanto, per costruire una culla. Davanti a cotale varietà di comportamenti possibili, non costruirei delle generalizzazione sul martello.

Cordialità,