martedì 23 febbraio 2010

Dibattiti televisivi



Tutti notiamo, penso, la poca chiarezza che nell'insieme offrono i prodotti che vengono proposti come dibattito televisivo. Come risultato degli ultimi "dibattiti" che ho sentito, mi piacerebbe riflettere insieme a voi su qualche idea.

Proviamo una piccola analisi su che cosa ci dà fastidio:
- interruzioni continue,
- pensieri che non vengono mai esposti fino alla fine - forse dovuto alla divergenza fondamentale tra le aspettative di colui che parla (impiegare ore) e le aspettative dell'opponente che "ascolta" (concedergli secondi),
- mancanza di rispetto - tra i contendenti e di loro verso il pubblico, soprattutto telespettatori,
- esagerata insistenza sulle divergenze,
- carenza di ascolto,
...

Che cose invece ci piacciono?
- contenuti degli interventi, spesso interessanti,
- apertura di un contraddittorio, che in genere porta sul tavolo più argomenti, più punti di vista sullo stesso argomento, più "luce",
...

Cosa mancherebbe?
- attenzione alle regole di procedura (ad esempio "rispetto dei tempi massimi", "ascoltare in silenzio", "non entrare nella squalifica personale" ecc.),
- evidenziazione di quei punti sui quali le parti si troverebbero d'accordo,
- frequente perdita del filo del dibattito, sicuramente per mancanza di ascolto reciproco,
...

Avete delle idee al riguardo? Sicuramente sì. Dai, parliamone.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Guardate questo più fatti meno pippe da intellettuali! Su questo blog sembra sempre di scoprire l'acqua calda.

http://www.youtube.com/watch?v=MK7xhKY4A0o

Anonimo

Rigobaldo ha detto...

Ei, che irruenza!

Anzitutto, le pippe sono una gran nobile cosa.

Secondo, trovo che i dibattiti sono un "fatto", e come. Hanno un impatto non trascurabile sulla vita quotidiana del paese, sono in qualche modo 'docenza' al popolo. Insegnano brutte maniere, ad oggi.

Terzo, segnalare l'esistenza dell'acqua calda non è da poco ... conto tenuto che molta gente non 'conosce' ancora la sua esistenza, nel senso pratico.

Quanto a Sanremo ... buh, ho poco da dire. Mi sembra che sia uno spettacolo piuttosto efimero. Scenografia grandilocuenti, strumentazione, coreografia ... molte caramelle per l'occhio incauto, ma non ci vedo tanta sostanza. Chi si ricorda del Sanremo di cinque o dieci anni fa, con contatissime eccezione? Neve dell'anno scorso, che diceva il poeta ...

Anonimo ha detto...

Ho cercato di trovare un nesso tra il post del blog e il link suggerito nel primo commento. Ma devo ammettere di aver trovato ben poca attinenza tra la proposta del post di analizzare le modalità del dibatitto, lasciando forse anche in seconda linea il contenuto in sè dello stesso, e la canzone di simone cristicchi presentata a Sanremo.
Però, è interessante notare come ad un invito di riflessione su un sistema "aperto" di comunicazione (proposta di analisi del dibattito) è stato replicato con una forma "chiusa" di comunicazione: una canzone cantata su un palco, da una persona, mentre tutti gli altri sono in silenzio ad ascoltare, per poi applaudire più o meno automaticamente.
che ne pensate voi altri utenti silenti del blog?

Contronbonzo ha detto...

Che onore Rigobaldo parlare con te. Spero di poterti dare del tu.
Seguo questo blog da diverso tempo e voglio sentirmi libero di dire quello che penso. L'ho fatto ora forse avrei dovuto farlo prima.

La canzone di Cristicchi che io ho precedentemente ho postato evidenzia un punto di vista: il concetto di confusione mediatica.
Il cantautore afferma che l'uso di specchietti per le allodole e il continuo parlarsi addosso televisivo sia una tecnica consolidata per confondere la gente,
una maniera per dirottare l'attenzione dell'utente da un problema politico\sociale\ambientale\musicale\etc. alla forma stessa con la quale questo viene
discusso.

Trovo estremamente interessante come, una vetrina come quella Sanremese accetti una canzone polemica in questa direzione nella sua selezionatissima scaletta.

Se lo fa, perchè lo fa? Non ci hanno pensato? Vogliono acchiappare un audience 'più attenta' riguardo problemi di questo tipo ed impadronirsene?
Magari 'gestirla'? C'è una forte percentuale di 'pubblico critico' (il pubblico che guarda tutte le trasmissioni comportandosi da contestatore non
rendendosi conto che allo stesso tempo è incatenato saldamente al sistema stesso che critica.) Insomma la stessa televisione consumistica si lancia
auto-pugni che la fortificano invece di farla stramazzare sul tappeto del ring subito. E non solo, questa viene discussa e guardata da persone che vogliono passare come critiche e che non lo sono.

Per finire questo commento credo caro Rigobaldo di dover rispondere punto per punto a quello che hai scritto.

- 'Pippe mentali' è un espressione come altre sono castelli in aria, nulla a che vedere con la masturbazione, mi spiace non hai pizzicato un bigotto;

- Quando parli di 'fatti', certo che un talk-show politico\sociale\musicale\etc. andando in televisione forma le teste, siamo ancora qua a ripetercelo? Sono 30 anni se non più che chi vuole ragionare sa questa cosa.

- A patto che io e te conosciamo di più la nostra esistenza (che non so bene cosa significhi) rispetto a quelli che non la conoscono, mi pare un tantino improbabile riuscire a farli riflettere in questa sede. Quelli qua non ci arrivano, non a livello intellettivo, non leggono i Blog. Credi nella catena di sant'antonio dal basso (io influenzo te che influenzi lui etc)?

- Sanremo purtroppo o per fortuna sarà il lettore a giudicarlo ha ascolti considerevoli stando ai dati, giudicarlo effimero è un operazione pericolosa e un pò semplice che si nasconde dietro la solita critica dell'elite verso il prodotto di consumo. Intanto l'elite colta lo ha preso nel culo in modo violento\doloroso e non consenziente da questo 'costume luccicante' che oggi definiamo berlusconiano. Proprio perchè centrati sulla 'legittima superiorità intellettuale' la casta intellettuale ha sminuito il fenomeno fino a quando è stato troppo tardi.

Per concludere, Sanremo è uguale ad Annozero o al miglior documentario naturalistico scientifico, da un certo punto di vista sono immagini che scorrono su un monitor che sta nelle nostre case. Fa tutto parte della televisione è tutto show. Non è il contenuto a fare la differenza. Metti un calciatore di fianco ad un esperto di cambiamenti climatici ed ecco che le parole di uno hanno le stesse parole dell'altro. C'è un problema nel mezzo.

- Se quella trasmissione specifica viene presto dimenticata forse anche i dibattiti televisivi politico-sociale vengono presto dimenticati, che differenza c'è? Siamo abituati così. E lasciami dire che è una bella abitudine di merda!

Contronbonzo ha detto...

Ad ogni modo spero sia più chiaro il nesso ora anonimo delle 16:56, il post si riferiva ai dibattiti televisivi, non a quelli sui blog o quelli personali.
Per questo credo che qualsiasi evento televisivo sia di per se stesso 'chiuso'. E' il mezzo che funziona così (o che forse non funziona) è una scatola chiusa e noi siamo a casa passivi con l'imbuto, il paraocchi, e talvolta tanto di frustino spaparanzati sul divano credendoci di farci un opinione.

Trovo quindi superfluo parlare di come migliorare i dibattiti televisivi, credo che non sia possibile farlo se non cambiando il mezzo ed eliminando quindi la parola 'televisivi'. Non mi pare una discussione 'aperta'
perchè stiamo parlando di un mezzo non democratico e difficilmente modificabile dal basso. Appartiene ad un sistema di potere piramidale.

Il mio motto di oggi rimane questo quindi: spariamoci una montagna di pippe ma allo stesso non scottiamoci lo scroto con l'acqua calda scoprendo che fa male
solo in quel momento.
(Con tutto il rispetto per i sadici e per i masochisti che seguono questo blog e praticano quest'operazione)

Da anonimo ho deciso di chiamarmi Contronbonzo e ora vado a vedere 'i pacchi' con Pupo su raiuno!

Contronbonzo

boris ha detto...

Sono d'accordo, ma l'acqua calda nasconde spesso le peggiori fregature e conviene pensarci su...
Ora però vorrei cambiare l'argomento. Non sono un politico nè un giornalista, tante cose quindi faccio fatica a capirle. Così per esempio sento quasi tutte le forze politiche rifarsi al concetto di 'democrazia' senza mai chiedersi se, perche questa diventi effettiva, nin siano necessari alcuni prerequisiti, come una - relativa - autonomia del pensiero individuale. E, ancora, se questa autonomia puo sopravvivere nel nostro universo mediatico basato sulla 'notizia', 'gossip', 'Sanremo'. Che cosa significa il 'consenso', altra parola-chiave della politica, quando a ottenerlo è sufficiente un Berlusconi?

bradipo ha detto...

Ammappete in quante direzioni la nostra discussione si è ormai dissipata, partendo da un semplice invito di ripensare le modalità di discussione in una situazione specifica ! Già diventa difficile seguire gli stimoli più importanti che si sono prodotti con soltanto sei commenti ...

Vediamo. Sto provando a immaginare quale stato psichico potrebbe indurre me stesso a comportarmi in quella maniera indicibile che ci viene regolarmente proposto in quei tristi spettacoli di cui il video di partenza dà un esempio comune. Ricordo che per momenti tentavo anch'io a convincere altri di qualcosa in quel modo quando ero molto più giovane e molto agitato da un argomento. Oggi ci riesco meno bene perché avrei tendenza piuttosto a staccare la mia attenzione da una tale situazione, come succede del resto quando ne divento testimone davanti alla televisione. Quando personaggi la cui intelligenza non mi va di mettere in discussione si squalificano in modo talmente clamoroso comportandosi peggio dei proverbiali bimbi d'asilo, possono dire le cose più sensate del mondo, ma non mi andrebbe di accettare il loro messaggio, semplicemente perché la loro maniera di impedire l'atto comunicativo ridicolizza alla volta loro stessi e ciò che potrebbero avere da dire. Mi pare impossibile che non se ne rendano conto anche gli autori stessi di tali baccani. Se ci si prestano lo stesso, vedo delle ragioni possibili solo in uno stato d'animo che si compone di vari elementi.

Da una parte, sospetto che un politico, pur abituato a sentenziare la sua opinione pubblicamente, si prepara alcune prese di posizione la cui dichiarazione gli sta particolarmente a cuore, specie in presenza di un avversario politico. Poi deve essere incline a lasciarsi provocare e reagire emozionalmente invece che razionalmente, al punto da non temere di coprirsi di ridicolo lui stesso, magari presumendo che non sarà l'unico. Inoltre ci sta quella vecchissima componente di aggressione dei nostri atti comunicativi che pare prevalere in quelle situazioni : io voglio che tu la pensi come me, e ti impongo la mia opinione con tutti i mezzi possibili, perché è evidente che io ho ragione e tu sei cretino. E questi mezzi sono appunto quelli che non per caso hanno dovuto essere aboliti da chi vuole una conversazione invece di una dimostrazione di presunto potere, adrenalina e assenza totale di intelligenza : alzare la voce, impedire all'altro di esprimersi, sperare che se io continuo a parlare abbastanza a lungo, prima o poi l'altro si metterà finalmente a tacere, così che posso dire la mia – e se tutto ciò non funzionasse, faccio uso indiscriminato di insulti che gli altri si meritano comunque ...

Siamo quindi di fronte a una situazione complessa. Più le situazioni sono complesse, più certe esigenze di protocollo si impongono. Si vede che anche gente preparata, educata e coltivata non è in grado di rispettare le regole necessarie per una semplice conversazione. C'è da sospettare quindi che l'attuazione di queste regole così semplice non può essere. I politici del video, incluso il conduttore, si trovano intrappolati in uno stato psichico che tutto favorirà salvo la comunicazione, e ne escono apparentemente solo grazie all'esaurimento energetico individuale. Pare che in altri paesi le modalità di quel tipo di emissione sia un poco più favorevole alla comprensione di quello che i protagonisti hanno da dire. Ma siamo sicuri che ciò favorisca anche la possibilità degli spettatori di farsi un'opinione propria ?

Questo commento, lungi da essere finito, è già troppo lungo. Probabilmente mi ci voleva uno di quei politici per fermarmi. Me ne rendo conto e mi fermo da solo.

Rigobaldo ha detto...

Buona sera Contronbonzo,

Piacere di parlare con lei, e piacere di provare a toccare alcuno dei numerosissimi argomenti che espone. Mi scusi la frammentazione informale, e che non risponda a tutti, onde rimanere in un formatto accettabile.

La canzone di Cristicchi? Per me, comunicazione lunghetta e inefficiente. L'unica forma popolare di comunicazione che trovo abbia meno bit di informazione per secondo che una canzone di Sanremo è il telegiornale. E chi sta a sciropparsi quattro minuti di saltellucci imbarazzanti da vedere per sentire due frasi in croce? Voglio dire: chi, che apprezzi minimamente il proprio tempo?

A parer mio, il formatto televisivo di "canzone protesta" ha più o meno gli stessi elementi "rivoluzionari" che l'omilia di un vescovo "progressista". Detto in un altro modo, se cerca critica del sistema, non si illuda di trovarla dentro al sistema stesso.

Ci crede veramente lei che ci sia un "pubblico televisivo critico"? E che, nell'eventualità di esistere, sia "consistente"? Allora, cosa fa con le sue convinzioni critiche quando spegne la TV e va a lavorare, alla scuola, o va a votare nelle elezioni?

Vedo che lei insiste svalutivamente sulle cose "già conosciute", "da trent'anni", come se gli risultassero noiose, scontate. La mia osservazione è, se un problema è cocente e lo si ripete da trent'anni, ma ancora la società non ha fatto un tubo al riguardo, ... allora bisogna continuarlo a ripetere. Mi spiace per coloro che vogliono ad ogni costo parlare di "problemi nuovi". Ma non funziona, saltare alla Lezione 5 quando ancora abbiamo delle difficoltà di relievo con la Lezione 1.

Relativamente all’importanza di questo minuscolo oblò. Non credo a niente, né catene né uncinetti, né dal basso né dall'alto. Ho una ragionevole fiducia razionale nel potere delle azioni, degli impegni semplici, della piccola politica che si fa nel nostro cerchio quotidiano di lavoro famiglia e amici.
Penso che questo dibattito specifico in questa pagina abbia una importanza insignificante. Ma ci sono nello stesso momento un bel po' di pagine, di conversazioni, di discorsi che stanno andando nella medesima direzione. Non perché siamo originali, né "intelligenti". Semplicemente perché, pur dalle nostre numerose limitazioni, stiamo guardando in faccia alla realtà - cosa che i mass merda
si rifiutano pervicacemente di fare.

La proposta di considerare totalmente trascendente il medio, e insignificanti i contenuti, che credo si deduca dalla sua equazione Sanremo=tutto, può darsi che sia abbastanza valida dentro ad uno schema di televisione come quello imperante in Italia. Ma ce ne sono altri, sa. Le domande implicite nel post, e che mi sembra che il suo entusiasmo per una mirabile diversità di questioni abbia trascurato un tantino, è: si può andare verso un altro schema? Come?

Grazie per l’opportunità di parlarne …

Cordialità,

Rigobaldo ha detto...

caro Bradipo,

fin dove riesco a comprendere la situazione, lei azzecca molte cose nel suo commento, ma soprattutto azzecca una parola: "potere".

Questi dibattiti sono lotta per il potere.

Da questo punto, evidenziano notevole intelligenza -e qui dissento dalle sue posizioni-. Intelligenza speculativa, manipolatrice, da predatore. I partecipanti sanno benissimo come attaccare, come fare le vittime, come ottenere massimi vantaggi con minimi argomenti. Come conquistare il favore del pubblico, che gli è fedele, addirittura che parteggia per loro.

I partecipanti hanno avuto l'intelligenza, per di più, di concordare (tra di loro e col "moderatore") regole non scritte, regole che fanno beffa delle 'pseudoregole' comunemente riconosciute. Così facendo si ricavano uno spazio al di fuori delle convenzioni dei poveracci della società civile (uno spazio, inoltre, estremamente realista, in quanto riproduce assai fedelmente come ci si comporta nei cenacoli della politica, dell'impresa, del potere - da predatori senza scrupoli).

Cordialità,

Anonimo ha detto...

In qualche passo dei suoi "scritti teatrali" B. Brecht, nel 1931, parla di APPARATI (stampa, teatro, ecc... oggi facenti parte dell'universo mediatico? mmm... ) e SOCIETA'.
"L' apparato è determinato dalla società esistente e assimila solo ciò che gli permette di sussistere in questa società. Si potrà dunque discutere di tutte quelle novità che non abbiano un carattere minaccioso per la funzione sociale di quest' apparato, quella cioè del divertimento serale. Non si potrà invece discutere di tutte quelle novità che tendano a fargli mutare funzione, vale a dire situare diversamente l'apparato nella società (...) ... Attraverso l'apparato la società assimila ciò che le serve per riprodursi. Così, nel migliore dei casi, l'apparato lascerà passare una "novità" che porti al rinnovamento, ma non mai al cambiamento della società esistente, buona o cattiva che sia la forma di questa società. (...) Le novità negli apparati si realizzano senza alterazione della funzione generale, o meglio: si realizzano solo perchè quella non sia alterata."
Se son riuscito a commentare il post giusto Sembra inerente.
graazie
Ste

Rigobaldo ha detto...

"Domanda: è un errore politico tentar di inserire un discorso sociologicamente corretto in un contesto socialmente negativo, che quindi tende a vanificare o a stravolgerne il significato?" (Musica-Società)

Ovvero sia: una critica al regime come quella che timidamente prova a fare AnnoZero, è vera critica?

Ci gioca un po' con i contenuti - "questo qui ha fatto questo, quello lì ha fatto quest'altro"- ma lascia intatte le strutture. In questo caso, il pseudodibattito.

Pseudodibattito che, non importa quali siano i contenuti espressi, è tremendamente di regime nella struttura: si cimenta saldamente sulla sopraffazione, la fa vinta chi interrompe di più, chi calpesta di più, chi vocifera di più, chi se ne strafrega di più delle regole della civile comunicazione.

Chiudo quindi con una proposta (utopica) di interpretazione: concederei vero valore critico a Santoro il giorno (che dubito arriverà) nel quale fermasse questi battibecchi dicendo a gran voce, banchecriminali, televisioneboia, diobenedetto, smettetela di berlusconare a casa mia.

Cordialità,