[Dialogante 1] Evidentemente
la percezione che abbiamo di Berlusconi non è affatto omogenea e ciò che agli
uni appare insopportabilmente superficiale e incompetente, altri lo vedono come
un modo nuovo, più ‘libero’ di gestire la politica.
[Dialogante 2] Da un punto
di vista ‘assolutamente’ relativistico non ci sarebbe nulla da obbiettare, ma
se consideriamo l’UCL in cui noi e lui ci troviamo non possiamo fare a meno di
domandarci se questo modo più ‘libero’ ha una qualche probabilità di
attecchire.
[Dialogante 1] E su questo
molti di noi si sono sbagliati di grosso. Io per esempio, fin dal suo primo
manifestarsi, non avrei scommesso due soldi sul suo successo.
[Dialogante 2] E non solo
il successo c’è stato, ma travolto ogni resistenza, anche la più moderata,
quella che il semplice buon senso giudicava ovvia e condivisibile.
[Dialogante 1] E come te lo
spieghi?
[Dialogante 2] Con una
sorta di ipnosi di massa, la stessa che esercitano i mass-media, e non è un caso che Berlusconi si sia impadronito
praticamente di tutto il parco delle emittenze televisive nazionali.
[Dialogante 1] Molti lo
vedono come segno di lungimiranza politica…
[Dialogante 2] … la stessa
che avevano avuto, mezzo secolo prima, Goebbels e Mussolini stesso, un chiaro
segno invece di aspirazione a un potere totalizzante.
[Dialogante 1] E nessuno
che si sia opposto?
[Dialogante 2] È
effettivamente singolare come l’arrestabile ascesa di questo novello Arturo Ui[1]
non abbia incontrato una adeguata resistenza da parte dell’opposizione.
[Dialogante 1] Come
Mussolini, Hitler e Stalin, Berlusconi ha avuto dalla sua il favore della
cecità popolare che n’ebbe alla vista anche ai veggenti della politica e del
pensiero.
[Dialogante 2] Ed è questa
la ragione per cui a questa sestina si addica il titolo di
Silvio Berlusconi
ovvero
il fallimento della democrazia in Italia
ovvero
il fallimento della democrazia in Italia
[1] Der aufhaltsame Aufstieg des Arturo Ui è
un dramma del 1941 del drammaturgo tedesco Bertolt Brecht.
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