[Dialogante 2] Anche la
morale corrente guarda con sospetto la ricchezza, soprattutto se la vede in
tasca d’altri.
[Dialogante 1] Per non
parlare poi della giustizia, che vi vede un ottimo terreno d’indagine.
[Dialogante 2] Come mai
allora la ricchezza sembra essere in cima ai desideri umani?
[Dialogante 1] Semplice, la
ricchezza è l’equivalente di ogni desiderio. Il ricco ha a sua disposizione l’universo
del desiderabile, al punto che non val più la pena desiderarlo.
[Dialogante 2] Basta la
ricchezza in sé, che in alcuni casi assume l’aspetto di un incubo e diventa un’ossessione.
[Dialogante 1] Quindi non
da neppure il piacere che promette quando non v’è.
[Dialogante 2] Se poi si
considera che la ricchezza, quale può darla la finitezza del nostro pianeta, si
riequilibra con la povertà in qualche altra parte, non è da meravigliarsi se c’è
chi la considera come un furto.
[Dialogante 1] Talvolta
capita anche a me di considerare ‘ladro’ chi ha troppo, ma dove comincia il
troppo? Mi guardo intorno nella mia casa di benestante: e se avessi già
oltrepassato il confine? Appartenessi anch’io alla categoria dei ladri?
[Dialogante 2] Probabilmente
vi apparteniamo tutti il che annulla la categoria.
[Dialogante 1] Inoltre non
la metterei sul moralistico.
[Dialogante 2] Domandiamoci
piuttosto: così come siamo, siamo eco- o sociocompatibili? E la domanda che
Kant, mutatis mutandis, poneva a
fondamento della morale?
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