venerdì 11 aprile 2014

Tratta VII.6 – …movimento perenne…


[Dialogante 2]  Probabilmente la volta scorsa siamo andati troppo in là nel contrapporre vita e pensiero. Senza la vita non si dà il pensiero e senza questo non val la pena vivere, almeno per noi uomini.
[Dialogante 1]  Potrei anche dirmi d’accordo, vorrei comunque farti osservare che anche chi tenta di relativizzare concetti così inflazionati come quello di ‘libertà’ pensano, e talora più liberamente degli altri.
[Dialogante 2]  Effettivamente l’eccesso d’uso consuma qualsiasi concetto, anche il più condiviso e condivisibile, tanto che non vale più ad accendere la mente…
[Dialogante 1]  … perché di questo si tratta in definitiva: accendere la mente perché produca altro pensiero…
[Dialogante 2]  … produttivi sta a oltranza, industriale della mente!
[Dialogante 1]  Puoi anche vederla così, come del resto si può parlare in certi casi di sovraproduzione di idee che la società non riesce a utilizzare e che vanno perdute quando non finiscono per intasare i canali cerebrali inibendo secondariamente il pensiero…
[Dialogante 2]  … perché ciò che conta non è tanto la quantità di pensiero prodotta quanto il movimento necessario a produrlo.
[Dialogante 1]  La vita stessa non è che cambiamento, movimento perenne…
[Dialogante 2]  … ed eccoci di nuovo alla retorica…
[Dialogante 1]  … e se la retorica fosse un meccanismo di difesa contro gli eccessi produttivistici, quasi un segnale di allarme, ecco, ora stai esagerando?
[Dialogante 2]  Peccato tuttavia che il più delle volte questi segnali non vengano colti e l’intero meccanismo entra in tilt per feed-back positivo.

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