martedì 25 febbraio 2014

Tratta III.6 – … se fossimo soli al mondo…



[Dialogante 1]                  Sì, è la consapevolezza il nostro fine. Altri mireranno al sapere, al saper fare, noi piuttosto al sapere ciò che si fa, al perché e al come lo si fa. Abbiamo fiducia negli esseri umani e pensiamo che, se sapessero veramente ciò che fanno, molte cose non le farebbero.
[Dialogante 2]                  Molto evangelico. Sei religioso?
[Dialogante 1]                  Se per ‘religioso’ intendi adepto di una particolare religione, dico decisamente di no, se però intendi ‘interessato al perché delle religioni’ le cose cambiano e non ho difficoltà ad ammettere non solo che il problema mi tocca da vicino, ma che sono anche affascinato dalla figura di Cristo, molto meno dalla religione che ne hanno tratto.
[Dialogante 2]                  Chi l’avrebbe tratta?
[Dialogante 1]                  Uomini in cerca di potere. Ma torniamo al nostro progetto.
[Dialogante 2]                  Dì pure al tuo progetto, al quale mi hai associato solo perché non sono altro che una tua finzione letteraria…
[Dialogante 1]                  …come del resto il progetto stesso di un libro “che non scriverò mai”.
[Dialogante 2]                  Dunque il progetto sarebbe –è anzi- il raggiungimento della consapevolezza, dell’autonomia nel pensare e nell’agire.
[Dialogante 1]                  E tu ci credi?
[Dialogante 2]                  A che cosa? Al progetto o al suo raggiungimento?
[Dialogante 1]                  Se ci credessimo veramente, sapremmo anche come realizzarlo. Il guaio è che ci crediamo a troppe condizioni. Per esempio che l’autonomia non costi nulla. Che sia un nostro diritto. Che quella degli altri non intralci la nostra…
[Dialogante 2]                  Forse la parola stessa è autocontraddittoria. Autonomo, etimologicamente è chi si dà da solo le proprie leggi, in altre parole il tiranno.
[Dialogante 1]                  La cosa potrebbe pure andare bene, se fossimo soli al mondo. Ma non lo siamo e sempre meno lo saremo. Già si parla di sette, tra poco di otto miliardi, e otto miliardi di individui autonomi sono certo un bel problema, specie se la loro autonomia si misurerà sugli standard europei o americani.
[Dialogante 2]                  Molti infatti restringono il concetto alla propria persona: io, autonomo, gli altri si arrangino.
[Dialogante 1]                  Forse andrebbe rivisto il concetto di ‘autonomia’. Come anche quello di libertà. Ma di questo ragioneremo un’altra volta.

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