mercoledì 11 maggio 2011

Riflessioni conclusive


[98] Che vuol dire essere genitore, padre? È una proprietà che ci è connaturata o che si acquista? È permanente o temporanea? Dipende dalla natura o dallo stato civile? È la stessa o analoga alla proprietà di essere madre? È la stessa o analoga nei confronti di un figlio o di una figlia? Si risolve tutta nell’affettività? La razionalità vi ha una parte? Si dice che accresce il nostro ‘senso di responsabilità’: che vuol dire? E si la scuola risultasse inadeguata o non corrispondente alle nostre aspettative cambieremmo queste aspettative o cercheremmo un’altra scuola? Pensiamo di avere il diritto e la capacità di decidere che cosa è meglio per i nostri figli? Se non fossimo sicuri di questo, ci rivolgeremmo a un aiuto esterno? Per chi: per noi o per loro? La società ci propone dei modelli: come ci orientiamo tra le varie proposte? Ne sceglieremo uno per seguirlo pedissequamente? Faremo del tutto di testa nostra? Se i figli volessero fare di testa loro, ci opporremmo o li appoggeremmo o ci limiteremmo a elargire consigli? La famiglia spesso considerata anche come depositaria di venerabili tradizioni: indurremo i figli a seguirle? E se quelli le rifiutassero, accetteremmo il loro rifiuto? Che vuol dire un’educazione liberale? Che ognuno fa quel che li pare o che dovrà seguire regole comuni? Anche se non le condivide? Se per esempio un giovane sviluppasse idee –politiche, religiose, civili, morali– non conformi a quelle dei genitori, come pensate che questi si debbano comportare? Che vuol dire discutere? Chiudersi nel cerchio delle proprie opinioni o renderle disponibili al confronto con quelli degli altri? Che succede quando le ‘opinioni’ si trasformano in ‘ragioni’ e queste in ‘articoli di fede’? Le ragioni del ‘competente’ godono del principio di autorità anche fuori del loro contesto specifico? L’autorità è una componente essenziale delle relazioni sociali? Posto che una società voglia farne a meno, con che cosa le sostituirà? E se volesse rinunciare anche al concetto di ‘verità’ ritenete possibile un processo formativo che non si appoggi ad esso? Che si contenti, tanto per dire, del concetto di ‘ipotesi’?
Questi sono alcuni degli interrogativi che mi avete posto tu, Thomas e molti bambini, ragazzi ed ora adulti con cui avuto la fortuna di incontrarmi. Ora ve li passo, questi interrogativi, quasi come li ho ricevuti.

Fine della settimana di Th.S.

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