martedì 29 dicembre 2009

Violenza



Dare a qualcuno un pugno sul naso senza ragione è violenza.

E con ragione?

Il guaio è che le ragioni si trovano sempre, come la STORIA, anche recente, insegna. Forse il primo passo della violenza sono proprio le RAGIONI che –pensiamo– ci autorizzano a usarla. A ben guardare la CONDANNA a morte di un colpevole non differisce gran che dalla condanna a morte di un innocente: violenza di uomini su un uomo. È vero che nel primo caso la violenza ha le sue ragioni nella violenza connessa dal ‘colpevole’, il quale però avrà avuto anche lui le sue ragioni …

Quello che stiamo facendo è un DISCORSO massimalista e fortemente IDEOLOGICO: parificare tutte le violenze in nome di un’idea unica e astratta di ‘violenza’. Non pretendiamo affatto il CONSENSO su queste posizioni che neppure noi condividiamo. Allora perché presentarle?

Perché sono possibili e neppure scartabili a priori. Ne potrebbe derivare per esempio che nell’amministrazione della GIUSTIZIA è bene separare la RICERCA dei fatti e della RESPONSABILITÀ dalla VALUTAZIONE della COLPA e dall’assegnazione della PENA. Quest’ultima infatti non fa che aggiungere violenza a violenza senza che la seconda cancelli la prima. Lasceremo quindi liberi i delinquenti? Ovviamente no, ma la condanna non andrebbe PERCEPITA, neppure da chi la subisce, come PUNIZIONE o, peggio, come VENDETTA, della SOCIETÀ, ma solo come ristabilimento di un EQUILIBRIO rotto dalla violenza. In molti paesi la giustizia viene già amministrata cosí.

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