[Finalmente abbiamo la certezza che fra
due giorni – sabato 12 ottobre 2011 – Berlusconi confermerà le preannunziate
dimissioni da Capo del Governo. Siamo ancora a un futuro promesso e, dati i
precedenti, non ci sarebbe da fidarsi, ma ormai la situazione è a tal punto
deteriorata che anche un ennesimo sussulto del morente governo non la
cambierebbe in nulla.
Non è mia intenzione sprecare più di
una pagina di queste tratte per ricordare un periodo tra i più oscuri e
infausti della nostra storia recente. Non so che cosa recriminare di più: il
tracollo politico-economico del nostro paese o l’ondata di stupidità che ci ha
investiti o la quotidiana miseria in cui ci siamo trovati immersi per avere
dato fiducia a una persona alla quale nessuno si sarebbe sognato di darla in
condizioni di normale sobrietà. Non è la prima ubriacatura collettiva cui mi è
capitato di assistere. La precedente – il fascismo, il nazismo e per certi
versi anche il comunismo – hanno avuto gli esiti tragici che tutti conosciamo.
La fortuna – non certo l’accortezza degli italiani – , ma soprattutto la
pochezza degli attori di questa improvvisata farsa ci ha evitato di sprofondare
nel ridicolo. Nulla hanno potuto le nostre sinistre, ben poco i generosi sforzi
di una minoranza resa impotente dalla dilagante ottusità popolare. Implacabili,
le votazioni risultarono favorevoli al piccolo ciarlatano imbottito di soldi.
“Se c’è riuscito lui, perché non anche noi?” Ed ecco che la statura
intellettuale media dell’italiano sia abbassata al livello del suo leader.
Ma è acqua – speriamo – passata. Ci
sovrastano comunque ancora un debito pubblico di lontana provenienza, un
giudizio concorde di inaffidabilità da parte della comunità internazionale, una
stagnazione economica con pochi precedenti e, più grave ancor, la disabitudine
al pensiero autonomo, sostituito dal pensiero – se di pensiero si tratta – dei comunicati commerciali e degli slogan televisivi. Grazie, Gelmini!
Basta, con questo scaduto argomento. Data l’età, non so se mi rimetterò dagli
anni berlusconiani. Intorno a me vedo però forze giovani ed è su loro che
dobbiamo fare affidamento.]
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