[Dialogante 2] È forse più interessante ciò che la morale ha
da dirci su ciò che non è morale
anziché su ciò che lo è.
[Dialogante 1] Segno che la morale è più ‘morale’ al
negativo che al positivo.
[Dialogante 2] Un romanzo morale – e non si dice moralistico
– rischia di essere illeggibile, mentre uno che non lo è si lascia leggere
anche se l’autore non si chiama Tolstoj.
[Dialogante 1] Un moralista direbbe che la natura umana è
radicalmente perversa, mentre le cose stanno in maniera molto più semplice: il
modo di essere morale è in genere uno solo o poco più, mentre i modi di non
esserlo possono essere infiniti. C’è un solo quattro ma ci sono infiniti numeri che non lo sono.
[Dialogante 2] Che sia questa la ragione per cui un pensiero
positivo è quasi sempre in minoranza rispetto a uno negativo, e le poche
eccezioni vengono avvertite come una prevaricazione.
[Dialogante 1] Ci vuole molta più diplomazia (o molta
maggiore pressione autoritaria) per far passare una proposta che una critica.
[Dialogante 2] La morale infatti, per farsi accettare, è
dovuta ricorrere a un potente alleato, quale la religione (da noi
raccogliendosi sotto la cupola del Vaticano), che naturalmente non manca mai di
chiedere una contropartita…
[Dialogante 1] … che presso i cattolici ha voluto dire
rinuncia alla propria autonomia e legarsi mani e piedi al carretto della Chiesa…
[Dialogante 2] … nel quale di morale ce n’è poca assai.
[Dialogante 1] Se parli così vuol dire che anche tu sei un moralista
seppure non di stampo cattolico.
[Dialogante 2] Forse hai ragione nel ritenere inscindibile
la morale dal nostro essere degli umani.
[Dialogante 1] Noto che non hai detto ‘uomini’ ma ‘umani’.
[Dialogante 2] Per troppo tempo in materia di morale siamo
stati proprio noi uomini (in senso stretto) a dettar legge quando ad aver più
diritto e competenza erano senz’altro le donne.
Nessun commento:
Posta un commento