sabato 23 gennaio 2010

Ogni vantaggio ...

... localmente circoscritto diminuisce oggi le probabilità di sopravvivenza per tutti.

IMC, un'ipotesi per la sopravvivenza, Parte Prima, Capitolo 7 - Per una pedagogia a orientamento metaculturale.
Boris Porena, 1999

8 commenti:

la piccola ha detto...

alle società moderne non importa che "tutti" sopravvivano, è importante che vi riescano abbastanza individui, ma con una caratteristica specifica: che siano dei "consumatori - compratori"
i poveri invece,sono solo consumatori, non compratori e dunque sono i primi a essere in pericolo

moni
(boris for president!)

Rigobaldo ha detto...

Monica, salve!

Ovviamente siamo d'accordo.

Ma se non erro, il commento del 1999 -che prende come dato di fatto questa situazione- non condanna l'egoismo - semplicemente segnala che, nei tempi che stanno arrivando, l'egoismo 'vecchio stile' è diventato semplicemente suicida.

Il 'nuovo' egoismo -egoismo che vorrebbe essere lucido, ma senza rinunciare all'identità, appunto, egoista- si chiama condivisione. Esige come priorità cominciare a smontare l'assurda intensità e onnipresenza della desuguaglianza. Non per moralismo, non per buonismo - semplicemente come scommessa per potere continuare ad essere, che cazzo, egoisti.

Cordialità ancora,

boris ha detto...

car Moni e Rigobaldo
il vostro contributo mi fa sperare che il nostro discorso, iniziato molti anni fa, possa continuare e svilupparsi anche dopo di me. E' questo ciò che intendo quando prego i lettori del blog a avviare un confronto su i temi che ritengo effettivamente centrali per la nostra sopravvivenza.
grazie
B.

la piccola ha detto...

Caro Rigobaldo,mostreresti una indicazione di azione in questo senso: capisco che una teoria è buona sulla carta ma abbisogna di un pratico riscontro, essa va verificata nel vissuto, e dunque, ripeto, dove porre il primo passo? Nella pratica del vivere quotidiano,la condivisione come la pensi? Posso condividere il mio biglietto dell'autobus non ancora scaduto col signore che sale mentre io sto scendendo dal mezzo, posso raccontare la storia della mia vita, posso andare ad un concerto con centinaia di persone,posso...passarti una parte del mio stipendio ( ben misero , ti assicuro, neppure degno di essere chiamato tale!!!)
Questi mi sembrano segnali di condivisione ma alcuni sono collettivamente accettabili e permessi , mentre altri vietati. Come la vedi tu?
saluti
mo

Rigobaldo ha detto...

Eilà, Monica,

le idee per la condivisione le dovremmo pensare tra tutti ... anzitutto, politicamente, intervenendo nella scena sociale e cittadina (non attraverso i partiti) ... mettendoci in piede e parlando. Vi includo certamente parlare mediante e-mezzi (ad esempio, qui).

Un primo pensiero che mi viene in testa, per nulla originale - abbassare sprechi, ridurre consumi innecessari (aggettivo fortemente soggettivo e culturalmente locale). 'Non consumare' mi sembra equivalente a condividere, in quanto permettiamo che siano altri, presenti o futuri, ad utilizzare ciò che noi ci siamo astenuti di consumare.

Un secondo pensiero sarebbe, sempre poco originali, rompere le logiche mercantili - scegliere alcune cose da fare senza compenso monetario. Si condivide pure contestando con la forza dei fatti il fattore per eccellenza di desuguaglianza ed esclusione - il potere del soldo.

Ma non ho nessuna ricetta 'chiusa', anzi, non penso che nessuno l'abbia. Ciascuno dobbiamo cercare dentro di noi -dentro al caos dentro di noi, direbbe qualcuno- e parlarne con gli altri in pari situazione, per vedere cosa riusciamo a partorire. Penso che uno degli infelici tratti culturali che ci hanno portato a questo gorilaio ove ci tocca vivere è stata l'idea che ci siano 'alcuni' in posizioni di autorità che possano dire agli altri come comportarsi. Anche se tendiamo a pensare che 'l'autorità' sia stata esercitata nei classici contesti di potere 'cattivaccio' (religioso, politico, economico, ecc.) sicuramente darebbe risultati altrettanto merdosi esercitata 'a fin di bene', per comminarci ad azioni 'buone' (ecologiche, solidarie, ecc.).

Non è che pensi io che l'autorità non esista - solo la nostra propria e organizzata e condivisa ci può portare ad accordi verso la sopravvivenza.


Quando Boris scrive, "Ogni vantaggio localmente circoscritto diminuisce oggi le probabilità di sopravvivenza per tutti", penso che non sia applicabile solo ai vantaggi di soldi, di risorse, di spazio, ... penso invece che arrogarsi una autorità, anche 'a fin di bene', sia cercare per se 'un vantaggio localmente circoscritto'. E quindi ci troveremmo esattamente nel punto di partenza. Ma con un po' meno di tempo.

E come la pensi te?

Sempre cordialità,

la piccola ha detto...

Salve Rigobaldo,
sono in accordo con te, ma:
1) Perchè io e te discutiamo intorno all'argomento? Riteniamo egoisticamente importante farlo, altrimenti non toglieremmo tempo ad altri esercizi graditi !
Questo accade, attualmente, fra due individui su, diciamo 60 milioni ? tanto per tracciare un perimetro circoscritto all'idioma utilizzato.
Come intendi invitare i cittadini a scendere nella piazza o sedersi al pc per discutere di sopravvivenza. Ecco un esempio di come qualcun' altro, oltre al nostro comune amico, si spinge in pubblico e riflette :

http://www.youtube.com/watch?v=B4CNvzAOoXs

Questa canzone, al di là del valore musicale, contiene un testo che parla e tocca diversi temi, sfiorandoli anche con durezza e poesia, e riesce ad attirare l'attenzione di tantissime persone, unendole su "certi temi comuni". Colla.

2) la riduzione dei consumi è un punto fondamentale,personalmente lo attuo da anni, ma intanto, vedo entrare nel portone del palazzo uno schermo televisivo di un metro per sessanta centimetri con casse eccetera...al signore che ha venduto quell' oggetto interessa la riduzione dei consumi? e a chi lo ha comprato?

2)Il potere del soldo, sono d'accordo con te, ma per esempio,una generazione che ha passato la vita a fare lavori gratis,pur di fare qualcosa, pur di dimostrare competenza, di far vedere che esiste, come la convinci a "fare" senza compenso monetario?

3) Guarda , io ho attuato un metodo facile,senza calcolare i mesi di astinenza che seguono all'atto che sto per suggerire: spegnete le televisioni !!l'ho fatto 16 anni fa, non so cosa sia una fiction veramente, ma lo intuisco perchè comunque la tv non è scomparsa dalla mia vita, perchè è ovunque, e le notizie le assumo in molti altri modi, specialmente parlando con la gente o andando in rete. Ma non arrivo a casa e accendo la tv, per farmi fare il lavaggio del cervello e distrarmi dai temi che invece mi interessano di più. Il frigorifero: la cosa più inutile che ho nella mia casa cittadina, circondata da negozi: staccato da 2 anni! In inverno la roba stà fuori della finestra e in estate, c'è il trucco.
Dunque, realizzo il pratico, per verificare modi e individuare proposte, nel mio piccolo! :)
alla prossima, ciao

Rigobaldo ha detto...

Salve Monica,

non so quanti siamo. Qui in questo angolino, noi due ... ma quanti ce ne saranno altrove a intavolare discorsi simili? Si tratta di convergere ...

E l'esempio poetico che citi ci sta benissimo! Ti può piacere o meno, ma sta cercando, sta rifiutando le convenzioni 'benpensanti', sta provando a ritrovare un linguaggio che non sia predefinito, che non sia scontato, che possa comunicare qualcosa e suscitare risposte. Non è da solo.

Quanto al tizio che acquista il megatelevisore, neanche lui è da solo, sarebbe naif supporre il contrario.

Ma in quale direzione stanno muovendosi gli uni e gli altri? Stanno prendendo posizioni diversa, e stanno preparandosi in maniera diversa. Hanno delle responsabilità diverse, che non è dire poco.

Quanto agli altri argomenti. La generazione intrappolata dallo sfruttamento esiste, e come - non pretendo convincerla (penso che non pretendo convincere a nessuno di niente). Ma fin dove riesco a capire le cose, fin quando ci si arrabbatta a cercare quel 'riconoscimento' sotto veste di, 'certo, d'or in avanti riconosco che la tua opera vale tot', si sta perpetuando lo sfruttamento.

Astinenza da tv - niente male. Direi con questa e con altre cose che potrebbe bastare con 'non dipendenza'.

Astinenza da frigo - ben pensata.

Ci terrei a sottolineare comunque -parla il mio pessimismo- che quando mi riferisco a riduzioni o astinenze che siano, ci vedo un valore pratico solo nell'ambito individuale - in quanto coltiviamo una disciplina personale. Sul valore collettivo ne dubito fortissimamente. Primo, perché una grande parte del mondo continua intenzionata a consumare di più. Secondo, anche se ci fermassimo tutti di botto, penso che le trasformazioni che si sono messe in motto abbiano un'inerzia ormai inarrestabile.

Lavorare per la sopravvivenza, al mio modo di vedere, non è una invocazione magica, del tipo accendo un cero e arriverà la sopravvivenza. È un atteggiamento in fin dei conti razionale: mi alleno a sopravvivere (forse) in un mondo che (forse) sta arrivando, dove saremo (sicuramente) forzati a prescindere di tutto quello che oggi consideriamo prescindibile ... e di tantissimo altro che oggi riteniamo imprescindibile ... e ancora di tantissimo altro sul quale non ci siamo ancora posti il giudizio di prescindibilità / imprescindibilità.

Cordialità,

la piccola ha detto...

Gentile Rigobaldo,
sono d'accordo con le tue note.Ma, potrebbe diventare noioso intonare entrambi lo stesso suono a lungo: dovremmo cercare una dissonanza che movimenti un poco la discussione, che ne dici?
Mi viene in mente che sia molto facile fare a meno del frigorifero in una grande città: oltre allo spreco energetico si elimina anche il rumore del motore che si accende e spegne, continuamente.
In moltissime delle nostre case, inoltre, sono presenti diversi computers, ciascuno ha il suo bravo collegamento internet , con cui è possibile anche collegarsi alle televisioni in diretta,dunque ecco l'apprecchio televisivo sintetizzato col computer, un po' come è successo con la macchina da scrivere, il calcolatore, ecc...
Un unico strumento valido per svariate funzioni, molte delle quali hanno raggiunto un importante livello tecnologico.
Dall'altra parte del mondo, invece, si scavano pozzi per fornire acqua ad una popolazione stremata dalla fame , dalla sete, dalle malattie e considerata come cavie umane per la sperimentazione
clandestine di medicinali di uso occidentale. Milioni e milioni di euro.E allora? Che ce ne importa se io spengo il televisore e il frigo?
...a parte questa riflessione, non mi viene in mente altro, chè ho un raffreddore tremendo che curo bevendo molta acqua e stando a letto...
dunque,carissimo, mi scuserai se ti lascio presto, alla prossima!
Saluti,
mo