lunedì 19 ottobre 2009

Alberto Gianquinto - Mutazioni. Su Boris Porena.

In seguito allo scritto di Boris Porena 'Verso una mutazione' pubblicato sul sito Testo e Senso, ci è giunta questa interessante riflessione da parte di Alberto Gianquinto. La riportiamo qui sotto.


- Alberto Gianquinto -

Mutazioni. Su Boris Porena.

Il fatto incontrovertibile che il punto di partenza non può essere altro che la creazione, la quale non è il semplice inventare, ricavando qualcosa da ciò che già si conosce: non è un ricombinare il già noto: la creazione appartiene a ciò che in psicologia è chiamato pensiero laterale (ma va ben più in profondo del pensiero) e che consiste proprio nel rompere uno schema noto, cioè – movendo dalla norma costituita – nel respingere la relazione con questa, movendo addirittura dalle radici pre-linguistiche del contenuto simbolico dei diversi linguaggi. La generazione, l’atto creativo simbolico, muove da rapporti pre-linguistici, familiari ed empatici che ciascuno ha con il mondo delle cose, secondo una lateralità di prassi e di pensiero rispetto alla norma, creando per tale via una rete, un tessuto di relazioni semantiche e sintattiche, che costituiscono verticalità con il mondo e orizzontalità fra simboli, che solo in un momento ulteriore s’incontrano con la norma costituita dalla cultura condivisa, quindi con la società che deve introiettare questi nuovi codici, riconducendo a nuova norma e a nuovo livello lo scarto prodotto dall’atto creativo. In questo passaggio dall’immediato pre-linguistico alla mediazione simbolica può costituirsi quella poetica in cui si specificano i nuovi caratteri dei linguaggi. Questo codice in fieri non esiste prima, nelle norme della cultura già data: non è una pura ricombinazione di elementi già presenti e noti, ma emersione da un piano non ancora logico-razionale di quel che ancora non è saputo. Un sapere si forma lentamente sul piano dell’inconscio, della coscienza e della storia. La memoria stessa delle cose, il tessuto storico insomma, non è auto-descrizione di sé o semplice narrazione della propria storia sociale; nel presente creativo, solo in quanto atto creativo, si pone una nuova allusione al passato ed al futuro, una nuova rete mnestica e nuovi modi di visione ed anticipazione del domani, in termini non metafisico-attualistici del divenire storico.

Se la società tende a conservare tutti i suoi codici interpretativi, la creazione culturale ha la funzione di rimetterli in discussione, non attraverso un sincretismo di idee, ma attraverso individuali atti creativi, che solo quando introiettati nella cultura di una società divengono terreno di unificazione: non è da una pluralità di culture che si setacciano gli ingredienti del nuovo: questo nuovo deve essere creato individualmente rompendo gli schemi storici delle diverse culture e da questi fondamenti infine riproposto alla società, che deve riappropriarsene.

Se il linguaggio della coscienza non è il solo possibile, se il percorso dal sapere al pensare non è diretto, ma deve rompere gli schemi del sapere, per poter pensare (o meglio: per poter esprimere contenuti in forme linguistiche) in modo nuovo (in modo che lo scarto prodotto nella creazione possa essere poi ricondotto a nuova norma), ciò non accade soltanto attraverso un confronto paritario di opinioni e di competenze diverse, e quindi attraverso il loro azzeramento, ma, al contrario, attraverso lo sforzo creativo, che intende rompere gli schemi che si propongono nel confronto, con l’intenzione di portare questo e solo questo atto creativo al vaglio della società, che decide quale sia in grado di sussumere e di conservare come sua norma, fino al successivo atto che ancora una volta scarta dalla nuova norma. La ricerca di parametri culturali tramite il confronto deve consistere nel sostenere, certo, che la continuità di ciascuno sta nel diverso da sé, ma non che questa debba risolversi in sincretismo, in una media democratica di opinioni. Indagare tutti i dinamismi, latenti o meno nelle diverse culture, significa semplicemente ripensarli ex novo, per capire a quali possa essere consentita una nuova e ri-creata rappresentazione.

Nessun commento: