venerdì 26 settembre 2008

Auguri da Mauro Scardovelli

Ho conosciuto diverse persone che hanno incontrato Boris una sola volta, ad una conferenza, ad un concerto analisi o ad un convegno. Magari sono passati vent’anni o più, e non lo hanno più rivisto. Eppure ne serbano un ricordo ancora vivo.

E so di molti altri che, avendolo frequentato più a lungo, ne sono stati profondamente trasformati. In senso positivo.

Io sono una di queste persone. E la mia vita è progressivamente cambiata. Inconsciamente ho cercato di prendere il più possibile dal suo esempio, e oggi mi ritrovo a lavorare a tempo pieno in un’associazione che, per molti versi, non tanto nei contenuti specifici, ma nei moventi ideali e nello stile, si ispira al Centro metaculturale di Cantalupo. In qualche modo, con Carolina, mia moglie, cerchiamo di riprodurne lo spirito.

Da più di trent’anni mi sono spesso domandato: ma che cosa ha di speciale quest’uomo, da avere un così profondo impatto sugli altri?

E’ un ottimo musicista, un noto compositore. Ma questo non significa proprio nulla. La professione di musicista, nella nostra cultura, si concilia perfettamente con un carattere odioso.

E’ un’eccellente didatta: ho imparato più da lui in poche ore che nel corso di armonia al conservatorio. Su questi apprendimenti sto lavorando ancora oggi. Perché? Perché non si trattava di nozioni da digerire, ma di imparare a pensare l’armonia con la propria testa, facendo esperienza e riflettendo, anziché memorizzando regole e schemi precostituiti. Anche il mio professore di matematica del liceo aveva una capacità simile, tanto che per me apprendere la matematica e la fisica fu molto facile. Ma l’incontro con il professore di matematica non ha influito su di me ad di là della materia che insegnava.

E’ un uomo molto colto, anche se lui dice di non avere memoria. Si muove con facilità in contesti disciplinari differenti. A cinquant’anni ha cambiato radicalmente la sua vita, e si è avventurato in territori del tutto insoliti per lui. E ha continuato a farlo fino ad oggi. Ma ho conosciuto altre persone coraggiose e creative. Indubbiamente sono affascinanti. Ma non è questo che fa necessariamente la differenza.

Certo, Boris non è solo un’intellettuale, un filosofo, un compositore, un didatta, ma l’ideatore di un metodo di lavoro in gruppo, con la musica o con qualunque altro contenuto, che è straordinario nella sua semplicità e nello stesso tempo nella sua innovatività radicale. E’ un metodo, per dirla in due parole, per imparare a pensare, per liberarsi dai condizionamenti culturali, e riacquistare il potere di fare scelte consapevoli.

Stare vicino a Boris, frequentare il suo Centro, significa iniziare una grande avventura: l’avventura della conoscenza non oberata dal peso dell’autorità, che così spesso, nel cammino scolastico, la rende così faticosa se non addirittura odiosa. Significa riscoprire il desiderio di esplorare, questa volta in modo piacevole e libero, nuove conoscenze, pratiche o discipline, o rivisitare quelle già possedute in una chiave del tutto nuova.

E questo, allora, il “segreto” di Boris? Il fatto di risvegliare l’amore per la conoscenza? Da una parte non lo credo. E non credo neppure che ci sia un segreto, perché ciò che fa la differenza è sotto gli occhi di tutti: è il suo modo di essere, di comunicare, di ascoltare gli altri. Che passa immediatamente, al di là dell’attività o del contesto in cui ci si rapporta con lui.

Dall’altra penso che Boris come persona e il metodo di lavoro che ha ideato, insieme a Paola, lo stile di vita, i suoi interessi, le sue relazioni, siano in qualche modo fusi insieme. Credo che Boris sia nello stesso tempo l’autore e il primo allievo della pratica metaculturale, dalla quale si è lasciato via via trasformare. Diventando quello che è oggi.

A volte quando si conosce una grande opera, si conosce anche il meglio di ciò che l’autore come uomo ha espresso nel mondo. Non è questo il caso di Boris: ciò che lui ha comunicato e creato è davvero espressione di chi è come persona.

In questo, per questa sua congruenza tra pensiero e vita, può essere davvero considerato un maestro. Un maestro come è inteso nella filosofia antica e nella filosofia orientale: non lo specialista a livello di eccellenza che sa parlare o scrivere di qualcosa, ma colui che ne è esempio vivente. E questo è davvero qualcosa di prezioso.

Caro Boris, auguri di buon compleanno!

Saluti a Paola, e a tutti gli amici del centro.

Mauro Scardovelli

PS: molto bella l’idea del blog e quella di inserire dei video di Boris!!!

1 commento:

Anonimo ha detto...

non conosco di persona Boris nè Scardovelli...ho letto su internet alcuni documenti e recensioni di vostra produzione.. che sono di gosso impatto per la crescita personale... mi auguro nel tempo di porter partecipare a quanche vostro seminario o corso da voi prodotto. Siete grandi!!!
grazie di esistere!!