Adeguatamente preparata,
socialmente sorretta, serenamente vissuta, la vecchiaia potrebbe competere
con le altre stagioni della vita quanto a godibilità e rendimento.
Naturalmente questi due termini andrebbero ricondotti entro i confini segnati
dall’età. Questi appaiono insopportabilmente stretti se vengono pensati col
pensiero di un trentennio di un cinquantenne; se li collochiamo in uno spazio
preparato ad accoglierli, ci appariranno ‘giusti’, di una ‘giustezza’ del
tutto soddisfacente.
Si pensa normalmente alla
vecchiaia come all’età delle rinunce e non come all’età della massima
espansione mentale (conoscitiva, propositiva, critica). Qualcuno obietterà
che questa espansione non è utilizzabile che in minima parte, perché non
riconosciuta dalla società e spesso anche censurata dall’individuo. La
vecchiaia va costruita nel tempo, e la mente stessa va allenata al nuovo
stadio, che, non potendo più contare sulle prestazioni giovanili, neppure si
accorge di quelle rese possibili dall’età. Il ‘problema dell’anziano’ è tale
solo per una società imprevidente, che ha aspettato a porselo solo a cose
fatte. Esistono, è vero, nella maggioranza dei paesi, sistemi previdenziali
che garantiscono la sussistenza ben oltre i limiti della vita cosiddetta
produttiva, ma questi non fanno per altro verso che peggiorare le cose perché
convincono l’anziano della sua esistenza parassitaria. Anche di questo la
società si è accorta ed è corsa ai ripari creando per l’anziano occasioni,
più o meno fittizie, di reinserimento lucrativo. Ma è proprio questo ripetuto
‘correre ai ripari’ che de motiva l’anziano e lo priva delle spinte
propositive necessarie alla sopravvivenza. Il ‘problema dell’anziano’
scompare nel momento che la società cessa di considerarlo un relitto
bisognoso di restauro e li restituisce il ruolo che lo rende indispensabile
al compimento formativo dell’ambiente in cui vive.
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Esperimento esploratorio e informale, ormai con otto anni e mezzo (dal 9.2.2009) e più milleduecento post alle spalle. Navigazione assaporando tutte le diversità. Obiettivo: pensare il mondo di oggi. Qui Boris Porena, con l'aiuto di un gruppo di amici, allunga le metaculturali antenne attraverso un diario aperto ...
venerdì 18 maggio 2012
La sestina pro senectute (v)
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