mercoledì 28 gennaio 2009

La parola a Lester Brown

Lester Brown è uno scrittore ed economista statunitense. Spesso in questo blog abbiamo discusso del problema sopravvivenza secondo molti seriamente minacciata. Proponiamo qui un video ormai diventato celebre nel web realizzato dallo staff di Beppe Grillo.

Lester Brown



'...certamente sono azioni importanti. Ma ora ci ritroviamo di fronte
all'esigenza di ristrutturare l'intero sistema...'

'...Per decine di anni abbiamo parlato di salvare il pianeta.
Ora parliamo di salvare la civiltà stessa...'

'...Sappiamo dall'esperienza che se le civiltà non sono in grado di gestire i problemi ambientali, questi portano al declino della civiltà stessa...'

martedì 27 gennaio 2009

Giornata della Memoria (CCB 4)

Nel giorno della memoria riprendiamo, da La Domenica della Nonviolenza (Numero 200 del 25 gennaio 2009), un brano dell’intervista di Philip Roth a Primo Levi dal titolo “L'uomo salvato dal suo mestiere”, poi pubblicata da Primo Levi in Conversazioni e interviste 1963-1987, Einaudi, Torino 1997, pp. 84-94, originariamente apparsa con il titolo “A Man Saved by His Skills” su «The New York Times Book Review» del 12 ottobre 1986 ed in traduzione italiana su «La Stampa» del 26 e 27 novembre 1986]

- Philip Roth: Se questo è un uomo si conclude con un capitolo intitolato Storia di dieci giorni, nel quale tu descrivi, in forma di diario, come hai resistito dal 18 al 27 gennaio del 1945 tra un piccolo manipolo di malati e moribondi nell’infermeria improvvisata del campo, dopo la fuga dei nazisti verso Ovest con circa ventimila prigionieri «sani». Quel racconto mi suona come la storia di Robinson Crusoe all'inferno, con te, Primo Levi, nei panni di un Crusoe (2) che strappa ciò che gli serve per vivere ai magmatici avanzi di un'isola irriducibilmente spietata. Ciò che mi ha colpito in quel capitolo, come in tutto il libro, è quanto il pensare abbia contribuito a farti sopravvivere, il pensare di una mente pratica, umana, scientifica. La tua non mi pare una sopravvivenza determinata da una animalesca resistenza biologica o da una straordinaria fortuna, ma radicata semmai nel tuo mestiere, nel tuo lavoro, nella tua condizione professionale, nell’uomo della precisione, nell’uomo che verifica esperimenti e cerca il principio dell’ordine, posto di fronte al perverso capovolgimento di tutto ciò che per lui era un valore. Sì il pezzo numerato di una macchina infernale, ma un pezzo numerato con un'intelligenza metodica che deve sempre «capire». Ad Auschwitz dici a te stesso: «penso troppo» per resistere, «sono troppo civilizzato». Ma secondo me l’uomo civilizzato che pensa troppo è inscindibile dal sopravvissuto. Lo scienziato e il superstite sono una cosa sola.

- Primo Levi: Benissimo! Hai colpito nel segno. È proprio vero che, in quei memorabili dieci giorni del gennaio 1945, io mi sono sentito come Robinson Crusoe, ma con una importante differenza. Robinson si era messo al lavoro per la sua individuale sopravvivenza; io ed i miei due compagni francesi eravamo consci, e felici, di lavorare finalmente per uno scopo giusto e umano, quello di salvare le vite dei nostri compagni ammalati. Quanto al perché della sopravvivenza, è una questione che mi sono posto più volte, e che molti mi hanno posto. Insisto: regole generali non ce n’erano, salvo quelle fondamentali di entrare in Lager in buona salute e di capire il tedesco. A parte questo, ho visto sopravvivere persone astute e stupide, coraggiose e vili, “pensatori” e folli (ad esempio, quell’Elias che ho descritto in Se questo è un uomo). Nel mio caso personale, la fortuna ha avuto un ruolo essenziale in almeno due occasioni: nell'avere incontrato il muratore italiano a cui ho accennato prima, e nell'essermi ammalato una volta sola, ma al momento giusto. Tuttavia, quello che tu dici, e cioè che per me il pensare, l’osservare, è stato un fattore di sopravvivenza, è vero, anche se a mio parere ha prevalso il cieco caso. Ricordo di aver vissuto il mio anno di Auschwitz in una condizione di spirito eccezionalmente viva. Non so se questo dipenda dalla mia formazione professionale, o da una mia insospettata vitalità, o da un istinto salutare: di fatto, non ho mai smesso di registrare il mondo e gli uomini intorno a me, tanto da serbarne ancora oggi un'immagine incredibilmente dettagliata. Avevo un desiderio intenso di capire, ero costantemente invaso da una curiosità che ad alcuni è parsa addirittura cinica, quella del naturalista che si trova trasportato in un ambiente mostruoso ma nuovo, mostruosamente nuovo.

Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino": Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

A cura di Claude Cazalè Berard .

lunedì 26 gennaio 2009

Ieri ho visto ... due testimonianze

Eccoci al nostro appuntamento del lunedì.

Oggi proponiamo uno dei dialoghi fittizi scritti da Boris per bambini e non solo.

Spesso di fronte ad elementi simili reagiamo in maniera molto diversa ...


Dialogo fittizio 'Ieri ho visto... - Due testimonianze'



'... Ieri ho visto una scena terribile: un grosso cane lupo, o forse proprio un lupo ...'

'... sono andato a chiedere subito aiuto ...'

'...Ieri ho visto una scena deliziosa, una bambina che giocava con un cane lupo più grosso di lei...'

Il materiale pubblicato è fatto per essere commentato, discusso, quindi: che ne pensate?

sabato 24 gennaio 2009

Parabola: 'Quattro Chiavi'

Questo lunedì Boris ci racconta una delle sue ultime parabole tratte dall'omonimo libro.

Si tocca il concetto di libertà, un concetto molto labile, sfuggevole e forse addirittura inesistente.




'...Lo avevano rinchiuso in un carcere...doveva essere notte...'

'...ma ecco: una chiave...'

'...forse vogliono farmi assaporare un pò della perduta libertà, per rendere più doloroso il rimpianto...'

giovedì 22 gennaio 2009

Boris e la Teologia

Salve a tutti, discutendo con Boris ci siamo accorti che il tema di Dio è spesso trattato e non solo nell'opera poetica. Abbiamo deciso di intervistarlo a questo proposito, vi proponiamo quindi questa intervista.
A porre domande dall'altra parte del microfono c'è l'amico Fernando Sanchez Amillategui.



Già in passato avevamo parlato delle influenze di Boris...

lunedì 19 gennaio 2009

Una poesia...'Trinità non santa'

Eccoci ancora di Lunedì. Visto il successo dell'ultima poesia di Boris pubblicata recentemente 'Ipotesi Obsolete', ve ne proponiamo qui oggi un'altra. Lasciamo quindi che siano le sue parole a raccontare...


Prima in tedesco poi in italiano ci viene letta 'Trinità non santa'

Poesia ' Trinità non santa ' di Boris Porena



'...Perchè quel crocifisso al muro?...'

'...vedo un uomo al termine delle sue sofferenze...'

'...quindi hai l'interpretazione?...'

Visti i numerosi ed interessanti commenti raccolti dalla poesia precedente aspettiamo vostre riflessioni..

giovedì 15 gennaio 2009

Premonizioni?


Più di un secolo fa Karl Marx nel suo Das Kapital (Il Capitale) scriveva:

'I proprietari del capitale inciteranno nei lavoratori il bisogno di comprare i loro beni costosi, case e tecnologie, costringendoli a contrarre debiti sempre più alti, fintanto che diventeranno insostenibili. Alla fine i debiti non pagati porteranno alla bancarotta delle banche, che dovranno essere nazionalizzate, e gli stati dovranno allora imboccare la strada che conduce al comunismo'.


Karl Marx ( Das Kapital), 1867

Andrà a finire così?...che ne dite?

lunedì 12 gennaio 2009

Dentro ad un sistema di idee ...


La parola al nostro rispettato collega Serenus Zeitblom, dottore in filosofia:
“[...] Ma dalla conferenza di Kretzschmar emergevano con nettezza questi princîpi: che il concetto di cultura è una manifestazione storica transitoria; che questa nozione è suscettibile di dissolversi in altre; e quindi che non è sicuro che il futuro le appartenga necessariamente.
   − Ma non esiste altra alternativa alla cultura −gli dissi− se non la barbarie.
   − Concedimi un punto −obiettò lui−. La barbarie è l’opposto della cultura, ma unicamente dentro al sistema di idee che la cultura ci propone. Al di fuori di questo sistema, è possibile che l’opposto sia qualcosa di molto diverso, oppure che semplicemente non esista l’opposto.
   Non mi venne altro in mente che imitare Luca Cimabue, fare il segno della croce ed esclamare: «Maria Vergine!» Dalle labbra di Adrian spuntò un lieve sorriso.
   In un’altra occasione si esprèsse così:
   − Se la nostra è un epoca di cultura, io ritengo, e non so se ti sembrerà lo stesso, che della parola cultura se ne stia facendo un impiego eccessivo.Vorrei sapere se le epoche che veramente hanno posseduto una cultura hanno conosciuto ed impiegato la parola. L’ingenuità, l’incoscienza, la naturalità mi sembrano il criterio basilare del contenuto che attribuiamo a questo sostantivo. Ciò che ci manca è appunto l’ingenuità, e questa mancanza, se può essere detta tale, ci protegge contro certe pittoresche manifestazioni della barbarie compatibili con la cultura, e persino con un livello assai elevato di cultura. Voglio dire che il nostro piano è quello della civiltà. Ella crea, senza dubbio, una situazione degna di essere lodata, ma è altrettanto fuori dubbio che per essere capaci di vivere una vita colta dovremmo essere molto più barbari di ciò che siamo. La tecnica e il confort permettono parlare della cultura senza averla. Non potrai privarmi del vedere nel carattere melodico-omofonico della nostra musica uno stato di civiltà opposto alla antica cultura contrappuntista e polifonica. [...]”
Thomas Mann, Doktor Faustus, Capitolo VIII (1947)


giovedì 8 gennaio 2009

Può essere (CCB 3)

La parola alla nostra amica e collaboratrice Claude Cazalé-Bérard (vedere le puntate precedenti) ...

Peut-être/ Può essere

Il poeta francese Claude Vigée che ha appena festeggiato l’ottantottesimo compleanno ci regala come augurio, in questi primi giorni dell’anno, parole pulsanti di vita verso l’“origine futura”.



Car toute chair s’arrache et brûle
et se détruit pour être.
A l’abîme répond
la puissance de naître.

(« Le solstice d’hiver », Mon heure sur cette terre,
Poésies complètes 1936-2008, Paris, Galaade, 2008, p. 531)

Perché ogni carne si strappa e arde
e si distrugge per essere.
All’abisso risponde
la potenza del nascere.

(traduzione nostra)

Parole del poeta che condensano ritmicamente il messaggio di un’opera compiuta come una poetica del vivere, come la “quête” di una pienezza esistenziale della parola, come la realizzazione nel tempo della trascendenza, come l’inveramento dell’eterno nel presente dove lottano e si congiungono passato e futuro, dove convergono finito ed infinito, dove combaciano in una estrema stretta creatrice umano e divino.

Jacob affronte l’ange et dicte la paix sainte –
La récompense est pour celui qui sait dompter le temps.
*
La secrète, ineffable, exaltante présence
Que nul homme n’affronte et ne peut éviter,
Celle qui porte en l’âme une sérénité
Longuement attendue au milieu du silence.

(« Trois nocturnes », p. 89)

Giacobbe affronta l’angelo e detta la pace santa –
La ricompensa è per colui che sa domare il tempo.
*
La segreta, ineffabile, esaltante presenza
Che non un uomo affronta né può evitare,
Quella che mette nell’anima una serenità
Lungamente attesa nel mezzo del silenzio.

(traduzione nostra)

Per un incontro più completo con Claude Vigée, si vedano le pagine a lui dedicate sulle riviste online «Testo e Senso», 8 - 2007 e «Temporel», 6 - 2008, Poésie, existence, spiritualité.

lunedì 5 gennaio 2009

Una poesia...'Ipotesi Obsolete'

Ritorna l'appuntamento del Lunedì dopo le feste di fine anno.

Vi proponiamo quest'oggi una delle poesie di Boris dal titolo 'Ipotesi Obsolete' letta prima in tedesco poi in italiano.


Si parla del rapporto con Dio, speriamo sia spunto per una discussione.

Poesia 'Ipotesi Obsolete' di Boris Porena



'Dio mio ci hai servito a lungo..'

'...timore o amore o ambedue le cose...'

giovedì 1 gennaio 2009

Auguri di Buon Anno

Il Blog non può sottrarsi dai rituali auguri: Buon Anno a tutti.

Pier Paolo Pasolini